Il costume dei suoi sogni, ça va sans dire, è il Carbon-Ultra appena lanciato da Arena “Non perché lo diciamo noi o gli atleti da noi sponsorizzati, ma per il responso datoci dai tester indipendenti: non hanno mai provato sensazioni simili -commenta a Swimbiz.it Enrico Maria Tricarico, managing director di Arena per l’Europa centro-meridionale – ma se dovessi immaginare il nuoto tra cent’anni, i tessuti s’ispireranno alla livrea di qualche animale”. Ricerca e sviluppo sono le strade imprescindibili per qualsiasi azienda “Swimwear compreso. Come nello sport, è un lungo lavoro diprogrammazione: non è un caso che le aziende sfoderino il meglio nell’anno olimpico – per Arena, è stato il quadriennio del carbonio – ma prima del lancio nel 2012, ci vollero due anni di sviluppo. Inserire il carbonio in un tessuto non è semplice, ma bisogna studiare anche la costruzione: dove posizionare le saldature, dove i taping…”. Per poi adattarlo alle esigenze degli atleti “Una personalizzazione totale, ad oggi, è impossibile per via delle regole di omologazione Fina. Ma si può studiare un costume più ‘universale’ possibile, apportando poi piccoli accorgimenti. Il Carbon-Ultra(leggi qui) è stato provato da 200 atleti, ognuno con una sua indicazione, prima di arrivare alla versione definitiva che abbiamo lanciato per Rio 2016”. E davvero sembra che “Nel rispetto dei regolamenti, presto avremo in ogni stile e distanzaprestazioni simili all’era dei gommati - non in forza di quel particolare scivolamento – ma di una posizione ottimaledell’atleta in acqua. Da una parte, per lo studio nella costruzione del costume di cui ho accennato. Dall’altra, per li progressi nella fisiologia e nella preparazione degli atleti”. Ovviamente non finisce qui. Trent'anni fa c'erano ancora i costumini, poi arrivò la gomma(leggi l'editoriale) “E’ un'evoluzione continua. Tra dieci anni potremmo ritrovarci a ridere delle nostre attuali convinzioni”. E perché non inserire anche l’elettronica? “Con la tecnologia attuale, presto potremmo vedere occhialini che diano ‘in diretta’ agli atleti i loro passaggi e altri dati. Come i caschi di Formula 1 – e se per Mark Zuckerberg, co-fondatore di Facebook, il futuro è la realtà virtuale – presto ci lanceremo anche noi in questo mondo, per offrire qualcosa di suggestivo ai nostri consumatori”.