Rio 2016 dice no alle spese pazze

Come riporta l’Associated Press, il motivo principale dietro al contenimento dei costi e al taglo del 30% sulle spese è la recessione che sta vivendo l’economia brasiliana. Ad ogni modo, pur parlando di “Un budget davvero ridotto, 2 miliardi $ – l’amministratore delegato del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Rio 2016, Sidney Levy, ha ribadito quanto già detto il mese scorso all’Afp(leggi qui) – non ci saranno eccessi, ma neppure scenderemo a compromessi per gli aspetti essenziali dei Giochi”. Quale che sia la ragione di fondo, la scelta rispecchia in pieno la nuova linea del CIO per le Olimpiadi, la cui parola d’ordine è sostenibilità: economica, ecologica, ma anche sociale(leggi qui). Ma è l’attuale situazione economica stessa che invita a ripensare il modo di concepire i grandi eventi sportivi. I Mondiali di nuoto 2015 a Kazan, in Russia, hanno contenuto le spese d’impiantistica. Riutilizzando strutture già esistenti e, per nuoto e nuoto sincronizzato, collocando piscine pre fabbricate nello stadio di calcio della Kazan Arena, unendo al risparmio uno straordinario effetto scenografico. Di contro, gli European Games di Baku hanno insegnato che neppure un’economia petrolifera può esser certa permettersi progetti ciclopici “Con i prezzi del petrolio crollati rispetto al 2012, anno in cui Baku vinse la candidatura, le riserve di valuta straniera in Azerbaigian sono calate oltre il 30%. Le cifre ufficiali sono scarse, ma il ministro della Gioventù e dello Sport Azad Rahimov ha affermato che sono stati spesi all'incirca 962 milioni di dollari nella costruzione di cinque nuove complessi sportivi” scrisse poco prima dei Giochi il portale specializzato Eurasianet.org. Impianti, peraltro, difficilmente calabili nel quotidiano, considerato che la popolazione nazionale ammonta a meno di 10 milioni di abitanti. Da questo punto di vista, gli stadi dei Mondiali di calcio 2022 in Qatar, progettati per essere ultra moderni, ma a impatto ambientale zero “Saranno smantellati a fine competizione e usati per costruire 22 stadi in altrettanti Paesi, tra cui la Striscia di Gaza” come riporta un articolo del 2012 sul Sole 24 Ore.
 
moscarella@swimbiz.it

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