"Per omologare i miei prossimi tempi, ho deciso di farmi la luce pulsata". Così recita il cartellone pubblicitario di una linea di centri di depilazione, su cui campeggia la figura di Frederick Bousquet, argento olimpico e mondiale, tornato a gareggiare (e vincere) lo scorso weekend a Courbevoie dopo un lungo stop per infortunio alla spalla. O forse sarebbe meglio definirlo manifesto (filosofico), perché il suo "La depilazione totale non è solo roba da donne. Io ne sono le prova" lo scorso anno scatenò persino dibattito in Francia. Sembra di tornare, all'inverso, ai tempi di Mark Spitz: più gli consigliavano di tagliarsi i baffi per essere idrodinamico, e più se li lasciava crescere folti. Dottrine pro o contro metrosexual a parte, Oltralpe sembra un periodo di particolare attenzione per il nuoto. Bousquet, Lacourt, Bernard, Muffat e, soprattutto, Manaudou (entrambi) sono ‘strattonati’ da una parte all’altra tra radio, talk e reality show televisivi e, appunto, pubblicità. “Non gareggiamo ogni settimana in tv come calciatori e cestisti, perciò dobbiamo ringraziare soprattutto i nostri sponsor per la visibilità che ci danno” dichiara Florent Manaudou a L'Equipe Magazine, eletto sul settimanale lo sportivo 2014 più amato dai francesi, battendo persino il campione Nba Tony Parker (anche Camille Lacourt nella top ten). Manaudou stesso ammette che parte della popolarità di nuotatori e nuotatrici sia dovuta all’estetica, ma ancor più di fisici da stampare su un cartellone - o da esibire a sfilate di moda e programmi come Dancing with the stars che, in qualsiasi versione nazionale, hanno sempre nelle piscine uno dei ‘serbatoi’ preferiti - le aziende sembrano cercare nel nuoto modelli e messaggi positivi: dalla volontà di emergere allo spirito di sacrificio. Les Echos, corrispettivo francese di quotidiani economici come il Sole 24Ore e Financial Times, addirittura paragonò il mestiere di manager a un velocista di nuoto(leggi qui), tra componente adrenalinica e miriadi di dettagli a cui pensare nello spazio di pochi secondi, e citò proprio Florent Manaudou e la sua particolare nuotata come esempio di marchio di fabbrica personale. “Ci piace affiancare lo sport di massa, quello accessibile a tutti. Il nuoto fa per noi” ha dichiarato di recente Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol(leggi qui). E allora non è un caso se, in Sudafrica, un’azienda come Walt Disney ha scelto Cameron van Der Burgh come testimonal(leggi qui). E come non citare, da noi, Gregorio Paltrinieri, bravo ragazzo dello sport italiano conteso tra premi e manifestazioni varie.
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