Il multi-sponsor sarà di costume?

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Un albero genealogico di famiglie acquatiche (i ‘gliders’ Paltrinieri e Mellouli, ‘sky gazers’ per i dorsisti Seebohm, Kawecky, Nielsen…). Il modo scelto da Arena per presentare i suoi top swimmers atterrati a Doha “Perché bisogna sempre investire nella ricerca, scientifica e di marketing. Oltre il 6%, del nostro fatturato annuo è investito nel marketing - spiega a Swimbiz Enrico Maria Tricarico, Direttore Generale di Arena – la concorrenza è il miglior stimolo a innovarsi”. Perché Speedo, principale competitor “Su scala mondiale è ancora leader, per la forza del nuoto americano e australiano”anche se poi James Magnussen e le sorelle Campbell sono ‘di casa’ a Tolentino. Lo sviluppo del nuoto in regioni diverse dai tradizionali ‘blocchi’, pertanto, non accresce solo il livello tecnico "Ma apre anche nuovi mercati – la lituana Ruta Meilutyte insegna – in Formula 1 servono sponsor milionari già per sedersi su una monoposto; per far nuoto bastano spazi acqua, un costume da gara e tanto allenamento. E le vittorie del singolo spingono altri a emularlo. In futuro penso che il nuoto si svilupperà ancora nell’est Europa. E gli Stati Uniti ‘traino’ dei Paesi vicini? “Possibile: gli States hanno 35 milioni di nuotatori contro 3 milioni d’italiani. Con la possibilità di nuotare anche a scuola, nei colleges…”. Domani partono i mondali in vasca corta di Doha “Primo evento Fina, dopo vent’anni, di cui siamo partner tecnico ufficiale e fornitore esclusivo”. Esposizione mediatica “Tra partnership Len e altre sponsorizzazioni, a Berlino 2014 il 97% delle foto conteneva la scritta Arena – e perché non applicare su cuffia e costume anche sponsor di carattere non tecnico, privati o federali? – ben vengano, attirerebbero il consumatore medio. La nazionale svedese (foto) già lo fa con E.On, sponsor della federazione. L’importante è rispettare le regole Fina su limitazioni e dimensioni dei loghi”. Anche perché, nel prossimo futuro “Non mi sorprenderebbe vedere aumentare i cm di pelle coperti dal costume, senza però tornare al full body. Innovazioni nei materiali? Per me è improbabile prima di Rio 2016. E anche dopo, mi aspetto al massimo piccoli cambiamenti; dopo il 2009 – l’epoca dei ‘gommati’ – la Fina è più attenta.

 

moscarella@swimbiz.it

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