Thorpe, l’attentato che lo cambiò per sempre

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Ian non ha mai detto che si fosse stancato del nuoto. E l’unica certezza riguardo al più grande nuotatore australiano di sempre: l’acqua era il suo mondo. Da cui Thorpe si allontanò prematuramente, scrive su un blog il vecchio compagno di nazionale Grant Hackett “Per quell’insostenibile peso che ha portato per anni: nascondere al mondo la sua omosessualità, non sentendosi a suo agio nel dichiararlo. Penso sia la ragione principale, combinata con depressione e aspettative del pubblico ad ogni gara. Ian non ha mai detto che si fosse stancato del nuoto; ha scalato vette inarrivabili, ma il suo 'c.v.' poteva essere ancor più ricco”. La verità, dietro a quel ritiro a soli 24 anni – peraltro caso non unico, pensando a Camille Muffat - probabilmente la sa solo Thorpedo; come per tanti atleti, può darsi semplicemente che ritenesse matura la decisione. Molti altri fattori nella sua vita potrebbero essere presi in considerazione. L’undici settembre 2001, Thorpe era New York e si stava dirigendo verso le Twin Towers; accortosi di aver scordato la macchina fotografica, tornò in hotel in taxi e vide alla tv le torri in fiamme, appena colpite dai due aerei. Quel giorno, la consapevolezza di una morte sfiorata, fugata solo da quel banale, fortunato dettaglio, mutò profondamente il suo carattere.
 
moscarella@swimbiz.it

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