Non è insolito vedere ridotta la squalifica per doping a un atleta. Più raro che gliela allunghino: accogliendo la richiesta della Fina, il tribuanle arbitrale polacco ha deciso di estendere il periodo di sospensione del diciottenne Mateusz Chaba da sei mesi a un anno. E già qualche sito specializzato azzarda paragoni col Yulia Efimova: in quel caso, il Fina Doping Panel ha accettato la tesi difensiva dell'ingestione accidentale. Eppure, la sostanza assunta da Chaba, uno stimolante, per gli standard Wada è ritenuta meno grave di un anabolizzante, quindi "Suscettibile di una credibile spiegazione a sfondo no-doping" recita il Codice. Del resto, casi passati dimostrano come in materia esistano margini d'interpretazione: come l'indonesiano squalificato dalla Wada, ma non dalla propria federazione, per un sovrapporsi di sentenze.
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