Partita finisce quando arbitro fischia, soleva dire il compianto tencico Vujadin Boskov. Quando tutto sembrava ormai caduto nel nulla, nel caso Coni-Fin (inchiesta su presunti illeciti in Federazione), ecco che Coni Servizi ha deciso di presentare opposizione alla richiesta d'archiviazione della Procura di Roma. In una durissima nota pubblicata sul sito Fin, si legge:
La Federazione Italiana Nuoto apprende con sconcerto da fonti giornalistiche che la CONI Servizi ha presentato ricorso avverso la richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero Roberto Felici della Procura di Roma, in data 11 marzo 2014, per "insussistenza del reato denunciato" dal CONI il 4 febbraio 2014, che ipotizzava una "ipotesi concreta di fattispecie di reato", ovvero truffa aggravata, da parte della Federazione Italiana Nuoto ai suoi danni.
Stupisce e mortifica l'evidente accanimento in atto da parte della più alta istituzione dello sport italiano nei confronti di una Federazione che gestisce, tra l'altro, cinque discipline olimpiche e coinvolge 5.000.000 di praticanti; nonché l'evidente mancanza di fiducia e rispetto nei confronti degli organi inquirenti che hanno già eseguito un'accurata indagine senza riscontrare infrazioni, violazioni ed irregolarità di alcun genere.
Sorprende e avvilisce che non sia stato il CONI a presentare ricorso, ma la CONI Servizi, che così si erge a co-protagonista del festival dell'ipocrisia formale, dove cambiano gli interpreti, ma non la regia.
La Federnuoto è pronta a combattere in tutte le sedi competenti, tutelando dignità, decoro e indipendenza dei suoi organi.
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