Ha dovuto aspettare il 1995, prima di aprirsi col mondo. Non che gli anni ’90 fossero meglio degli ’80: quando Magic Johnson rivelò la sua sieropositività nel ’91, in Nba nessuno più voleva marcarlo, temendo superstiziosamente che bastasse un contatto fisico per il contagio. Ma Greg Louganis lo sapeva da molto prima, dall’88 “Alle Olimpiadi di Seul, dopo aver sbattuto la testa sul trampolino, temeva che qualcuno toccasse la ferita – racconta a Swimbiz Klaus Dibiasi – e poi, da campione qual è, vinse la finale”. Un campione, sì, uno da 4 ori olimpici e 5 mondiali che sembra tornato ai fasti di un tempo “So che tiene sotto controllo la malattia e l’ho visto molto migliorato. Ha ripreso a tuffarsi, ha esordito nella versione americana di Splash! e ora allena”. Ed è ancora un Vip mondiale, a vedere la velocità con cui rimbalza la notizia del suo matrimonio col compagno Johnny Chaillot “Sono caduto un po’ anch’io dalle nuvole (ride n.d.r.)”. Un mondo dei tuffi apparentemente più aperto rispetto al nuoto “Ma non credo. Casi come il suo o quello di Matthew Mitcham, un altro che ha fatto outing, risaltano perché noi tuffatori siamo molti meno – e personaggi come Dibiasi e l’erede Louganis sono in via d’estinzione – oggi è difficile trovare supercampioni: gli stessi cinesi hanno un’ottima scuola, ma devono spesso chiamare i ‘vecchi’, perché più in forma”. Infine, dopo Giorgio Cagnotto, un ricordo di Giuliano Gemma “Quando usò Italo Salice come controfigura. Cosa inconsueta per lui, ma per un tuffo da 7 m…”.
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