Un colpo di reni per salvare il Giappone

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Come nella finale olimpica dei 100 dorso a Seoul 1988, Daichi Suzuki, dovrà tirar fuori la bracciata decisiva per salvare il nuoto giapponese non tanto dagli avversari quanto dal buco nero del denaro. Il campione olimpico, che 15 anni fa battè di un soffio David Berkoff e Igor Polianski, è stato eletto nuovo presidente della Federazione di nuoto del Sol Levante, prendendo il posto dell’ormai anziano Kazuo Sano. Il suo primo compito sarà quello di tamponare l’ammanco di 1,5 milioni di dollari registrato lo scorso anno nelle casse federali. Una brutta frenata per una nazione che aspira ai piani alti delle classifiche mondiali (e in parte lo è già) e che si vede così costretta a rinunciare alla tappa di Tokio della FINA World Cup del 2014, evento troppo onoreso. Suzuki, già membro e direttore esecutivo di Japan Swimming, professore alla Juntendo University e ambasciatore anti-doping per la WADA, sente il peso del suo nuovo ruolo, ma assicura che darà il suo contributo. Un altro successo olimpico sotto altre forme.
 
caminada@swimbiz.it
 

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