Anche il mondo del nuoto si stringe nel dolore e nel ricordo di Pietro Mennea, il campionissimo dell’atletica scomparso questa mattina in una clinica di Roma, all’età di 60 anni. Ex velocista azzurro, olimpionico e primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996, Mennea lottava da tempo contro un male incurabile. Il tecnico federale Stefano Morini lo ricorda così, strozzato dall’emozione: “Quando lui è salito alla ribalta internazionale, io muovevo i primi passi nello sport, e mi esaltavo nell’assistere alle sue imprese. In quegli anni si parlava solo di calcio e lui riuscì a portare l’atletica nelle case degli italiani. Ha dato un grande insegnamento a tutti noi sportivi, ha dimostrato che col lavoro, l’impegno e il sacrificio quotidiano, anche gli italiani possono ottenere risultati straordinari”. Un aneddoto particolare lo lega a Mennea: “Quando si allenava in palestra – ricorda Morini – sollevava una quantità incredibile di pesi, pur avendo una struttura fisica minuta. Pietro era un grande”. Commozione anche per Cristina Chiuso, ex nuotatrice azzurra ed ancora oggi primatista italiana sui 50 stile libero: “Ho avuto l’onore di intervistare Mennea un anno fa, era un campione fuori dalle righe, non solo in pista, ma anche dopo aver smesso di correre. Ci ha lasciati un grande. Quando lui si esprimeva ad alti livelli, io ero poco più che una bambina, ma ricordo di essere cresciuta col nome di Mennea, un nome che è rimasto e che ora rimarrà nella storia dello sport”.
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