In lunga e in corta, ha una cazzimma esagerata Simona Quadarella. Se magna d’oro pure i quattrocento e scusate se è poco per l’argenteria di casa Italia. Che ormai ci vuole un aereo a parte per riportare a casa le medaglie. Una regina senza limiti la nostra numero uno, in attesa di diventare planetaria.
Gara regina, la chiamano. Da quel dì, da quando esiste il nuoto in corsia, e sono i cento metri a stile libero. In vasca corta - quindi da venticinque metri - una sorta di competizione tra motoscafi si trasforma in un imbuto dove devi letteralmente volare. E possibilmente spezzare barriere. Già, le barriere. Che per l’acqua, almeno in piscina, non vanno montate, ma abbattute. Quelle acquatiche, del cronometro, e il nostro sabaudo di precollina (Moncalieri) Miressi, che di nome porta l’altissimo Alessandro (sopra i due metri) spezza il barrierone nazionale sotto i quarantasei secondi, e stampa 45”9. E’ d’argento come le posate delle serate importanti, con il fenomenale ritorno dell’ultima vasca, dove il russo Morozov sembra ancora un po' in là. Ma personalmente siamo convinti, noi swimbizziani che l’Avatar delle acque si svilupperà per bene in lunga. A brevissimo oltre i limiti, là dove conta veramente svilupparsi. E certo non rompiamo qui il bellissimo stato di corta.
Di Martina, la Carraro ranista, ci siamo già espressi con tutta la gioia di averne apprezzato stato e forma con i piedi a martello, che per chi non sapesse, sono tipici della nuotata, non altro. E come un martello la nostra si porta a casa il bronzo nei lunghissimi duecento a rana. Gioia come l’argento della Puglia a nome di Elena Di Liddo nella farfalla, in replica in staffetta con la conterranea Benedetta Pilato e le co-aniene Silvie, Scalia e Di Pietro. Chapeau, con il lato respirazione giusto. Forza Italnuoto, sempre più da record.