Sono passati vent’anni. Acquaticamente, uno spettacolo che è un film da Oscar. Ve lo ricordate l’inizio di questo film, a Sydney 2000? Io benissimo, con un nitido fermo immagine impresso in testa: mentre osservavo, tra un misto di stupore e sorpresa, Domenico Fioravanti e Massimiliano Rosolino afferrare quell’oro olimpico splendente che non sembrava quasi possibile. Noi popolo di santi, poeti e navigatori. Molto pallonari e finalmente, per un destino che cambia anche nello sport le regole del gioco anche per quelli che non sembrano dotati, anche nuotatori. Un nuoto, un’acqua di massa. Finalmente popolare, oltre i limiti fisici della piscina. Poi tutto è cambiato da quel 2000, quasi l’anno domini del nuoto italiano. Nel 2005 a Montreal prima, e poi due anni dopo nella terra degli Australiani: che prima nuotano e poi imparano a camminare, mentre noi il cammino inverso. Un tal Filippo Magnini da Pesaro si incoronava come il Napoleone della velocità, re e imperatore mondiale della gara regina dei 100 metri. Oh Italia, quanto sei bella a stile libero, abbiamo pensato guardando lui che si strappava il costumone, tanta la gioia. Divino pensiero, considerando che Federica Pellegrini stava diventando di quel Brand - l’Italian Swim - l’embassador più prestigioso. Una Pavarotti di duecento e unici metri, con lo stile più bello e veloce da record del mondo che una italiana potesse inventarsi. Come quel Pendolino di Gregorio Paltrinieri, che con il gemello di bracciata Gabriele Detti rimarrà per sempre abbracciato nell’arrivo azzurro e d’oro di Rio olimpica quattro anni fa. I 1500 metri, chilometro e mezzo che ormai tutti gli italiani hanno imparato a conoscere come gara veloce che ti incolla alla poltrona.
Ed eccoci finalmente al 2020, anno acquatico che verrà. Che è già storia, ancora prima di cominciare. Venti anni dopo da quel momento unico e di svolta, il nostro big bang acquatico, la formazione del nuovo sistema acquatico azzurro mondiale. Anno olimpico, con il Giappone dove i samurai per noi saranno i nostri bellissimi e attesi azzurri. Perchè il nuoto è oggi la disciplina da cui ci si aspetta di più. In termini di risultati, inutile negarlo. Vincere aiuta molto, ma costringe anche a mantenere alto il livello, inutile andarci coi piedi di piombo. E poi una Federazione che a queste basi, e dei risultati che saranno si appresta, al nuovo futuro. Nel solco dei venti anni, ma sempre futuro sarà. Passando dalla grande sfida degli Europei di nuoto di Roma 2022. Buona acqua, e che sia tanta ricca di soddisfazioni. Azzurrina delle giovani promesse, e azzurrissima dei grandi. Ma sempre di Campioni. Buon 2020!