Un mese è passato, uno in meno dalle Olimpiadi, tempo di bilanci non solo per gli atleti. La Fédéderation Internationale de Natation ha pubblicato i risultati di un censimento condotto a livello mondiale, tra aprile e giugno 2019, in 198 delle 209 federazioni affiliate. Alex Pussieldi, commentatore per la tv brasiliana SporTv, ha condiviso i dati all'interno del suo blog personale, sul sito globoesporte.com.
Il numero complessivo di atleti arriva a 34 milioni, dei quali quasi 31 milioni sono nuotatori e quasi 2.600.000 fondisti. Non sorprende perciò che il 100% delle federazioni nazionali conti una sezione nuoto agonistico, e che da essa provenga anche la maggioranza dei tecnici: 232.690, su 288.496 totali. I nuotatori considerati di alto livello sono 106.000.
La pallanuoto conta su 478.791 di atleti (35.000 d'alto livello), il synchro quasi 8.000, i tuffi 4476. L'high diving, disciplina ancora giovanissima almeno per quanto riguarda la Fina, conterebbe 26 atleti, e solo il 4% delle Federazioni organizza un campionato nazionale di specialità. 36.000 i club acquatici affiliati alla Fina, 25.164 le piscine da 50 m e 52.862 quelle da 25 registrate. Gli arbitri sono 160.000.
In Italia, secondo i dati pubblicati dalla Fin in occasione della'assegnazione degli Europei 2022 a Roma, i praticanti totali in 1407 società affiliate sarebbero 5.700.000. Nel 2000, anno dell boom olimpico di Sydney, erano 3.900.000. E dal 2016, il nuoto è stato certificato quale sport più praticato dagli italiani (Ipsos-StageUp). Un mondo già vasto e in continua espansione, al quale andrebbero aggiunti gli atleti anche salvamentisti , atleti paralimpici e tutti gli altri acquatici, pinnatisti e apneisti in testa, della federazione Cmas. Un mondo più democratico, che certo conta ancora superpotenze dominanti, ma dove di contro un campione olimpico può arrivare da ogni angolo del globo, dalla Lituania a Singapore.