Una settimana importante per il movimento natatorio in Italia quello che si è appena conclusa in questo week end, con le ultime gare "regionali" che qualificheranno gli atleti per le competizioni nazionali, ma solo per chi ha avuto la fortuna di non essersi fermato definitivamente con la chiusura degli impianti dovuti al DPCM dello scorso ottobre.
Fortuna dovuta esclusivamente a quei pochi imprenditori che, nelle pieghe dei regolamenti emanati dalla Federazione Italiana Nuoto e concordati ( con non pochi contrasti) con il Coni e con i responsabili del Ministero di Sport e Salute, hanno mantenuto le piscine colme di acqua clorata ed i riscaldamenti accesi.
I costi per mantenere in vita una struttura con vasca da 25 metri di almeno sei corsie si aggira tra i seimila e gli ottomila euro al mese, un costo esorbitante rispetto, ad esempio, ad una palestra, per cui equiparare chi gestisce le due distinte attività è una vera follia.
La stima attuale parla di un 25 % di piscine aperte sul territorio nazionale per i soli atleti agonisti di "interesse nazionale" cioè coloro che hanno come obiettivo ultimo la partecipazione ad un Campionato Nazionale, anche passando da manifestazioni regionali che garantiscano la qualifica finale; in molti casi alcune società hanno fatto da collettore per raggruppare il maggior numero di atleti provenienti dalla propria provincia di appartenenza per garantire un ritorno economico al gestore per giustificare la "tenuta in vita" del proprio impianto.
Si è fatto leva non solo sulla grande passione che chi nuota ha praticamente innata ( quale sport in assoluto è strutturato con allenamenti 6 giorni su 7 e con la maggioranza delle volte le gare la domenica a partire dai 10 anni di vita in su...) ma soprattutto sulle tasche dei genitori nel finanziare ulteriormente lo spazio d'acqua che necessità per gli allenamenti.
Infatti oltre alla normale retta che ogni atleta mensilmente versa per poter far parte di una squadra agonistica, nella maggioranza dei casi è stato chiesto un ulteriore esborso mensile per garantire il minimo ristoro alla società che gestisce l'impianto, visto che il problema economico non è stato assolutamente risolto dal governo, avendo quest'ultimo concesso delle briciole ad un sistema assolutamente "affamato".
Ovviamente i più premiati sono stati gli atleti che sono all'interno del progetto Federale e che usufruiscono dei Centri come Ostia e Verona, dove non ci si è mai fermati, ma, nonostante gli enormi sforzi fatti politicamente ed umanamente dal Presidente della Federnuoto Paolo Barelli, concedendo innumerevoli agevolazioni alle piscine su tutto il territorio nazionale, è mancata la spinta economica fondamentale delle istituzioni regionali e locali ( tranne sporadici casi) che avrebbero dovuto essere al fianco di uno sport che non solo è considerato fondamentale per lo sviluppo dei bambini, ma che viene praticato in uno degli ambienti maggiormente "protetti" come la piscina e lo dimostra uno studio avvenuto negli Stati Uniti, commissionato dal New Jersey Swim Safety Alliance.
Studio che, con un valore esclusivamente statistico e non scientifico, mette in luce, e nessuno di noi aveva dubbi in merito, che le precauzioni adottate da parte dei gestori e la "naturale" disciplina insita nei nuotatori non ha prodotto UN CASO CHE SIA UNO di contagi per Covid-19:
Difatti la relazione cita "Sono state monitorate ben 60 piscine, per un totale di 327.316 ingressi e zero casi di infezioni, in quanto vengono costantemente osservati i protocolli di sicurezza estremamente rigorosi, più di quanto richiesto dalle disposizioni delle autorità statali, che prevedono tra l’altro: obbligo di mascherina o visiera per istruttori e allenatori, ingressi e utilizzo degli spazi acqua limitati e su prenotazione, la concentrazione di cloro nell'acqua e nell'aria non è un ambiente adatto alla diffusione del virus e ultima, ma non mono importante, a differenza di quanto accade in altri ambienti sportivi, gli atleti espirano sotto acqua senza disperdere droplets nell'ambiente".
Insomma, la settimana che ci apprestiamo a vivere ci catapulta finalmente in una grande competizione sportiva che, come successo la scorsa estate al Sette Colli, ci farà tornare alla nostra routine natatoria quotidiana, almeno per tre giorni dal 17 al 19 dicembre, giornate intense in cui Swimbiz sarà a bordo vasca con report fotografici esclusivi.
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