Oltre una medaglia olimpica non esiste più nulla nello sport. L’Olimpo è l’ultimo baluardo degli dei e oltre non esiste più nulla. Oro, argento e bronzo. Sono questi i colori delle medaglie, ma la gioia in fondo è la stessa per ciascuna di loro, se il campione le vince e le mette al collo. Certo, lì per lì può dispiacere se l’oro sfuma, ma se si pensa a quella cima del Monte Olimpo lontana, lontanissima dai terrestri normali, a cui si sale se si arriva primo, secondo e Terzo, allora la sensazione di assoluto è la stessa.
E quella sensazione fortissima l’ha provata Nicolò nella notte italiana. Martinenghi arriva a scrivere la storia in piastra 21 anni dopo il grande Domenico Fioravanti, che ieri sera alla trasmissione di Raidue ‘ Il circolo degli anelli’ lo elogiava e prevedeva proprio per l’azzurro una medaglia olimpica. Eccola allora. E’ arrivata coi colori del bronzo sognato nei 100 rana della gloria e a 22 anni di un talento infinito e ancora inesplorato, fino ai prossimi traguardi. Potente, determinato, condito da un carattere forte e deciso. E’ la consueta rabbia agonistica dell’atleta, che spinge di fame fino in fondo verso la piastra e che poi si prende quello che vuole.
L’attuale primatista mondiale juniores nei 50 e nei 100 rana non ha parole letteralmente, per descrivere una felicità che immaginava, ammirando i suoi predecessori sul canale youtube della Next Gen del nuoto azzurro. Una volta si diceva ‘li guardavo in televisione’, oggi i giovani degli anni 2000 il gesto lo compiono accendendo uno smartphone, tra un allenamento e l’altro, e dedicando qualche prezioso secondo di tempo, a un video inserito nel web per sempre, per onorare la gloria di un campione passato e alimentando la fame di quello futuro. E’ il futuro Martinenghi, che al termine della finale dei 100 rana batte per tre volte il pugno sulla piastra dell’arrivo per sfogare la tensione, come per bussare alla porta dell’Olimpo e aprire la sua carriera alla gloria.
Sul sito ufficiale della Federnuoto il nuovo bronzo olimpico dichiara: "Ancora non mi rendo conto di cosa sia successo, è una cascata di emozioni; non ci credevo troppo prima della gara, ma ho cercato e voluto da tempo questa medaglia. Ho sognato gli ultimi 15 metri tante volte in allenamento. E' favoloso".
Gli atleti studiano la gara anche mentalmente. Cosa sarò laggiù? Laggiù nella gloria del traguardo acquatico non si sa mai cosa si trova, l’importante è arrivarci, ma arrivarci velocemente sempre. E lo ha fatto Martinenghi. Il ranocchio azzurro, ormai Re della specialità, è cresciuto esponenzialmente in questi anni e si è fatto avanti nel nuoto della vita. Dal 2019, quando vinse l’oro nei 100 rana agli Assoluti dei grandi, infrangeva per la prima volta nella storia il muro dei 59 secondi ed è stato sempre sotto sin da allora. E’ lui l’attuale primatista italiano con 58”29 in palmares. Questa notte ha chiuso la finale in 58”33. Ai recenti Europei era arrivato quinto solamente e la delusione poi rimarginata nel cuore dai bronzi dei 50 rana, della 4x100 mista e della mista mista, era sparita per aprire le porte al nuovo appuntamento a cinque cerchi. Il primo della sua carriera acquatica: "Sono emozioni forti, un giorno lo capirò, ma ora sto su un'onda altissima e voglio surfarla fino alla fine - continua l'azzurro - ho fatto fatica ad addormentarmi. Avevo tanti pensieri. Adesso riesco a comprendere le emozioni che hanno vissuto 21 anni fa Fioravanti e Rummolo. Ringrazio tantissimo anche il mio allenatore Marco Pedoja perché sapevamo entrambi da dove partivamo e qual era il nostro obiettivo". Uno scopo sportivo chiaro. La medaglia olimpica. Accolta con entusiasmo dai suoi compagni di Nazionale azzurra sugli spalti, con lacrime di commozione di Benny Pilato. Una pazza gioia per tutti e per tutto il nuoto italiano e soprattutto per Tete. Benvenuto nell’Olimpo.