La fatica, tanta.
Meglio, o peggio per chi la sopporta, una avventura indescrivibile lunga ore, a 25 mila metri di lunghezza dalla meta a imbuto. La chiamano l’essenza del fondo, la maratona acquatica che il nostro Dario Verani ha conquistato.
Con orgoglio, con vigore, con pazienza, e con rabbia, ma nemmeno tanta, aspettando il momento del finale a tutto sprint. Il vuoto di fianco e dietro, così a significare dominio.
Dominio atletico ,sportivo, mentale.
Ecco, c’è anche lo sprint, che è con l’avversario, ma più con se stessi. Immerso in un muro d’acqua calda che ti avvolge, ma non è il liquido amniotico della vita.
E’ acqua dura,amica ma più spesso nemica nella sua temperatura al limite, che oppone resistenza in ogni lunghissima bracciata. Pensata ,calibrata e gestita, il braccio come il motore, le gambe il timone.
Al Lupa Lake torrido, come un’estate mondiale di successi azzurri senza fine. Cinque ore e due minuti per una battaglia che finisce con circa trenta secondi di anticipo su tutti.
Dario va oltre l’immaginazione acquatica.
Se domani nuotassimo la 30 o la 40 (che non esistono , sia ben chiaro) vinceremmo pure quelle. E’ il gusto al fondo azzurro, disciplina che ha conquistato un paese intero.
Fatto di navigatori, molti santi e altrettanti fondisti. Che trionfano ,con una spinta propulsiva che mai, prima di ora, era stata così.
Venticinquemila leghe sopra il lago .
Con buona pace dei resistenti all'immaginazione. Che è andata oltre.
Grazie Dario e buona acqua d’orgoglio.
zicche@swimbiz.it
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