Punto Acquatico: Moro, certe storie non finiscono…..

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

 

Fanno dei giri immensi, ma non finiscono mai.

Lascio da parte i sentimentalismi personali, o almeno ci provo.

E in parte è difficile rimanere solo nella cronaca, per via degli ultimi dieci anni. Stefano Morini, in arte e scienza natatoria lascia il cronometro.

Lo appende a qualcosa vicino al chiodo, vicino alle medaglie dei suo atleti. Si dice che vanno divise a metà le vittorie, la percentuale non si può dire, ma senza una guida tecnica nulla è sicuro come un podio.

Un po' in anticipo rispetto alla pensione, ma chi l’ha detto che un tecnico ci debba andare per forza , visti i cugini dal calcio o altri colleghi giù di lì, che in alcuni casi non ce la fanno proprio a schiodare la panchina oltre gli anta.

Già, lasciare è un po' ritornare alle origini.

Il Moro, nome di battaglia, unico e appassionato, burbero ma buono, sensibile e toscanaccio nel suo modo tutto suo di mandarti a quel paese per quelle domande nel mezzo del ristorante diventato quartier generale per adepti e adoratori compresi giornalisti rompicoglioni come il sottoscritto che da mattina a sera perché se vuoi scrivere la storia funziona così, al limite dell’essere mandati a fanculo al dessert, per poi quasi pentirsi, o anche no, una battuta e tutto passa.

Che fai passi domani Ziccaccio maledetto? Giornalisti vil razza… Oh, si scherza, eh! Che storia, la sua. Per tanti anni secondo di lusso, quasi una gioventù allenante, non di uno qualsiasi tra le piscine di mezzo mondo. Ma a tutt’oggi il vate, un po' l’irraggiungibile, Alberto Castagnetti, il cronometro d’oro che ribalta la storia , scomparso forse troppo presto ancor prima di aver visto cosa aveva combinato veramente.

Un nuoto stellare sembrava nel 2000 quando tutto si ribalta. Italiani e nuoto, santi poeti, e soprattutto nuotatori. Così il Moro ,che dopo aver studiato a lungo i quaderni dell’Herrera della vasca, Alberto da Verona, si trasforma nel Moro di Ostia.

Sembra ieri, tutto succede in un men che non si dica. E anche allora Moro arrivava da un periodo nero, o giù di lì, che sembrava finito un ciclo.

Sembrava.

A Roma c’è Swimbiz con le sue telecamere fin dalle origini, compagni di viaggio di una avventura fantastica, lunghe serate pomeriggi e mattinate nella Ostia di un centro federale che la Fin , e il suo presidente Paolo Barelli, intuisce come il modo migliore per il mezzofondo targato Moro.

Per Vincere con la V maiuscola ci vuole soprattutto visione, e questo è stato. La storia , le medaglie e le vittorie le conoscete. Ori e argenti , pallottoliere impazzito. Paltrinieri che fa il fenomeno totale, Detti che insegue come tutto il nuoto che elegge Ostia la banca del seme. Il seme che tira su un albero che più robusto non si può.

Se oggi Parigi ci fa fantasticare, è il seme di Morini detto il Moro quella accelerazione con limiti assoluti.

Vi ricordate la più veloce Pellegrini di sempre nei 400? Allenata da lui. Oggi il cronometro, il suo, è più stanco , forse senza quella Ostia e senza lo scudo federale il gioco non è più lo stesso. Dopo nove Olimpiadi. Comprensibile e onesto, al di là delle scelte di ognuno, anche se quando vinci non sei amato proprio da tutti, e inizia la salita con quelli che pacca sulle spalle e poi ti fanno trovare lungo quando ti stanno sopra.

Gli atleti di adesso? Detti il nipote - dalla confort zone che sembra la storia di tennis di Rafa Nadal allenato dallo zio Toni , anche loro arrivati dai successi al capolinea - arriva a una stanchezza di base a Livorno, dove Moro non è più lo stesso. Detti , pedina per me ancora fondamentale per la 4x200 andrà (forse) da Franceschi, tecnico di livello assoluto che tra gli altri ha Razzetti e Fangio, e già sa che la scia del Moro porterà nuova linfa, compreso il Lamberti.

A volte i matrimoni finiscono non perché manchi l’amore ma arriva la routine, e nello sport la routine impone cambiamento. Era qualcosa che doveva capitare. Finita Ostia il passo è diventato corto. Il futuro? Lo conosce solo il destino. Quello di un allenatore che può dare ancora tanto al mondo del nuoto. Da dirigente? Chissà, anche se chi ha passato la vita con il cronometro sotto il cuscino sempre là ritorna, con il pensiero di lunghe scie di acqua e adrenaliniche trasferte.

Quindi caro Moro, i giri immensi chissà dove ti porteranno. Se qualcuno ti pensa esodato,e tu glielo hai fatto credere, metti il tappo alla vasca.

A bocce ferme il cronometro ritornerà a fare capolino. Forse, ma del Moro in qualche parte del mondo c’è ancora bisogno. Chapeau per tutto, e grazie delle emozioni che ci hai ,e mi hai, fatto vivere .

Che fantastica storia direbbe Venditti.

A presto

zicche@swimbiz.it

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram