“Mi sono sentito tirare giù” chiosa accigliato il Mimmo lucano.
Acerenza fantastico si allunga come uno squalo spavaldo nell’imbuto finale, che poi diventa una tonnara senza regole all’ultimo, o quasi. Arriva il bronzo per l’azzurro, i transalpini scendono in coppia e annullano con passaggi da biscie il turbo Mimmo che sembrava destinato alla vittoria.
Ma in fondo, è sempre il fondo bellezza. Rude nel suo zigzagare, caviglie roventi, acqua frastagliata che da fredda si fa bollente. E strappi veloci da subito.
E improvvisi, con super Greg che capisce l’antifona, e si mette alla caccia grossa in un mare che poi è un porto, acqua verde come a dire siate rispettosi dell’avversario, perché l’etica impone sempre un certo atteggiamento.
Se non da cavalieri, al di là e al di qua, di principi del cazzotto.
Ma un po' di Var? Non starebbe male vista la mancanza di corsie, con giudici un po' timidi e lascia fare, che vedono certo quel bar di guerre stellari. Con mani e gambe e relative botte diagonali in libertà. E un Paltrinieri fin troppo buono quando non ci capisce quasi più nulla nel tonnarello finale, lo strattonano , se lo bevono quasi, fortuna che non gli strappano il costume visto il clima. Affamati di piastra, tutto si è disposti a fare per il tocco che è l’arrivo dove stendere la mano. E picchiare per chiudere il circuito del tempo.
Un tempo rapido, senza rifornimento, cinquemila metri a motoscafo umano. Se non ci fosse quell’imbuto da cartellino rosso che fa la vera differenza, il turbo Mimmo e il super Greg non erano qui a festeggiare un sol bronzo.
Buona acqua
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