Non è una gara semplice, quella Regina. I cento metri a stile libero producono tutto, e di più: sensazioni uniche, adrenalina prima e dopo. E considerazioni multiple. La prima di queste, è chi domina. Sia un mondiale , come un’olimpiade, parte e finisce ricordando una gara su tutte. Che è questa e che fa storia a sé. E tutti la vogliono, la Regina.
Se la immaginano, e la pensano, e darebbero qualsiasi cosa per averla sotto i flash del mondo e dei media. A meno che non ti chiami Phelps, e chiudi il banco e la notizia con 8 ori. Lui che non vinse mai i 100 stile. Ma chi vince è il re comunque, a prescindere. L’uomo che corre e nuota più veloce sulle acque, Tarzan che fu, appunto Weissmuller campione dei 100. La seconda, chi domina la regina fa la classe e il ranking della nazione di conseguenza. Sei Re perché ti accasi con la Regina, quindi tutto il mondo ti osanna. Fu così con Filippo Magnini, campione del mondo unico nel 2005 e 2007, e oggi arriva l’argento di Alessandro Miressi in 19 centesimi. A un passo dal ripetere la storia del Magno Magnini, diciassette anni dopo una finale e una medaglia. Davanti un cinese tosto, Pan che sembra un botto dal fisico da fringuello. E primatista del mondo con un micidiale crono a 46”8 l’altro ieri, ma meno grande muraglia di qualche giorno fa.
Anzi, primo con tanta fatica a tenere il nostro dietro. Tutto si nuota, e adesso il cento metri incroceranno in questo 2024 l’Olimpiade, l’unico tassello che ci manca come cento stile sul podio. Se Miressi fa il garone, è Alberto Razzetti che si lancia come un lupo Alberto famelico all’inseguimento dei misti in duecento metri.
All’inseguimento, con un dorso che va così così, ma alla fine il bronzo ringrazia l’impegno e la determinazione dell’azzurro.
E’ di nuovo grande Italia, e il medagliere va.
Buona acqua a tutti
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