Che rane ragazzi, a Riccione.
Parliamo di velocità pura, nella eccezione dei 50 rana appunto, gara che esprime il meglio del meglio azzurro. Partiamo dal Bang Benny, ovverossia l’esplosiva Benedetta Pilato. Pugliese che sente forse meglio di chiunque altro la distanza per caratteristiche fisiche di potenza , per senso della distanza, per memoria del pezzo su cui percorrere quello stile tutto particolare che si chiama, appunto, rana.
Stile interpretato magistralmente per la ventottesima volta sotto i trenta secondi, per l’esattezza cronometrante 29”87.
Se è vero che la gara “corta” serve per preparare la doppia distanza, che è poi l’unica che conta, il cento, per ambire alla gloria olimpica. Ora il ragionamento per Benny vale e passa per la sua nuova destinazione di allenamento e di vita, Torino, dove vive una condizione di indipendenza totale, al di là dell’allenamento. Vita e gestione di casa, spesa . E non ultima la frequenza universitaria.
Non semplice, visto che per altro per sua stessa ammissione “ la condizione mentale non era al top”. Segno evidente che la iperattiva acquatica Pilato, se chiude tutte le caselle di serenità, chissà dove arriverà.
E sul ruolino al maschile dei cinquanta, Simone Cerasuolo sempre per il ragionamento sopra, stampa un mondiale 26”53 che vuol dire che attenzione ai 100 nell’ottica di essere veramente l’alter ego prossimo futuro di Tete Martinengo.
Il resto, in chiusura, normale nuotata amministrata per tutto che questo assoluto di entusiasmate ha sviluppato poco. “Una sorta di allenamento” chiosa Quadarella.
Pensando a Angiolini, Curtis che se la sono giocata e vinta qui la qualifica a Parigi, ci vediamo tutti al Settecolli.
Buona acqua a tutti
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