Punto Acquatico: Thomas Ceccon, un Extra azzurro a Parigi

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Copyright foto: Swimbiz.it

Era iniziata quasi per scherzo. L’osservato speciale (di Swimbiz) cresceva, in acqua e fuori, modificandosi nella genetica che vuole l’adattamento acquatico alla fonte di tutte le capacità da extra terrestre della piscina.

Thomas Ceccon da Thiene, traferitosi per tempo pochi chilometri più in là a Verona nella vasca della Divina Pellegrini, ha scalpitato fin da ragazzino. Ma non da scalmanato della vasca, tutto brufoli e medaglie, come spesso accade e poi finisce, ma superando il limite estremo del predestinato. Cresceva, e oltre ad allungarsi in vasca e in modo antropometrico, rassomigliava sempre più ad un altro “ultra”, meno terrestre e più alieno.

Più pesce se rapportato all’umano pensiero di stare a mollo, più squalo (peraltro superato in un test) tra gli abitanti del globo acqueo. Un certo Michelino da Baltimora - vedi articolo sul Messaggero del 25 luglio 2008 - , al secolo Michael Phelps mister 8, intesi come ori, numerologia spaziale oltre ogni sport, l’uomo-pesce- nuotatore più irraggiungibile dentro e fuori la vasca. Pensate a Mark Spitz, l’ultimo del normali, che si credeva - me lo disse personalmente una sera del 1992 attovagliato in una landa desolata del cuneese, in attesa di fare il fenomeno in età adulta dopo 7 medaglie d’oro e ritornare alle olimpiadi di Barcellona come record personale ,poi fallito – eterno e irraggiungibile.

Perché tutto è cambiato? Michelino non faceva le bollicine, nel senso che sotto l’acqua alla ripresa televisiva la mano fendeva come una pinna caudale, senza vortici. E poi il fisico, statuario e altissimo, strutturato come impone un umanoide acquatico: più busto e meno gamba, nel rapporto di potenza che oggi, a ben vedere, mi richiama Michelino a Thomas. Sì, perché il nostro azzurro sembra, anzi è, la propagazione di quel verbo acquatico con i medesimi o circa mezzi, anzi forse anche più.

Mi spiego meglio. Swimbiz, in tempi acquatici ancora non sospetti, raccontava, meglio profanava il nome del più grande di tutti i tempi, MP, con il riferimento a THC come il nostro Phelps all’italiana. E ricordo i sorrisini e le battutine di coloro, sapienti interpreti del verbo acquatico, quasi si scandalizzavano al paragone. Beati coloro che adesso sul rapporto a distanza tra i due, hai voglia quanto di Phelps accostano.

Ora, Parigi si avvicina. E il nostro già merita un toto, che per alcuni, ma noi compresi, vede addirittura nel limite del dorso il potenziale d’oro del nostro numero uno, un parterre di gare molto più ampio in divenire. Si dica e lo si metta agli atti che la rana nuotata del Ceccon è un altro pianeta di velocità rispetto al supremo mististico di Phelps. A voi il rapporto finale.

Ma così è, se a lui piacendo, da nuotatore libero che è, a cui giustamente si impone nulla, questa sarà la prima olimpiade a pinna sciolta. Poi il programma potrebbe rivelarsi, come fu con Michelino che assaggiò Atene nel 2004 per poi inanellare Pechino 2008 e quello che sapete essere esploso in piscina. Con buon piacere dell’amico Alberto Burlina, tecnico e mentore, già con anticipo eletto allenatore dell’anno (anche da noi, in giuria) forse anticipando l’estate che ci apprestiamo a vivere?

Il Bowman italiano è un allenatore ragazzo non più giovane ma con tanto equilibrio da dispensare, che sa perfettamente che il suo pesce è proprio nel disequilibrio artistico della nuotata del faccio come mi sento sto momento, che ripone i piani da extra. Costretto con piacere a interpretarne i segnali, beato lui vorrei vedere chi non vorrebbe appendersi a quel cronometro, e a capire il dinoccolato dallo sguardo che sembra uscito da uno shampoo in doccia calda più che da un record.

Tontolone che non si atteggia, lui è così. Come il Phelps Dsa che brindava a prosecco prima del via agli allenamenti. Lui, il Burly, è il coach perfetto in questa mischia acquatica. Sempre a gettare acqua fresca su una vasca pronta ad incendiarsi. Il moderato che accompagna il nuovo extra terrestre.

Delusi dal calcio azzurro? Poco male, riaggiorniamo l’entusiasmo. Sfoderiamolo nella attesa. E con l’azzurro acquatico, preparatevi. E senza toccarvi prima, perché tanto è inutile al cospetto di certi soggetti che con la scaramanzia non ci vanno nemmeno sotto la doccia, e al massimo pensano al capello da nutrire irretito dal cloro.

Buona acqua a tutti.

zicche@swimbiz.it

 

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