Serbo di nascita e italiano di adozione. Del resto, col solo Adriatico a separare il Belpaese di Balcani, le sinergie latino-slavo, anche nel nuoto, non sono mai mancate. Branislav “Bane” Dinic ne ha viste tante in carriera e sa che “Non è vero che le sorprese dell’ultimo minuto spuntino solo sulle distanze brevi” commenta a Swimbiz.it. Negli anni d’oro del suo allievo Federico Colbertaldo, ne ha viste di ogni a Mondiali e Olimpiadi. E più che ai soliti cinesi o al tunisino Oussama Mellouli da accoppiata acque libere-vasca a Londra 2012 “Non mi spiego come facciano gli americani a tirare sempre fuori qualche atleta forte. Forse il loro spirito patriottico è così forte che, nell’anno olimpico, tirano fuori il 120% pur di far ben figurare il Paese. Ma per me, nel fondo, sono molto meno preparati rispetto all’Australia o alla stessa Italia – che sta facendo vedere – i frutti di un ottimo lavoro federale non solo sugli atleti, ma anche sulla formazione. Il risultato è che abbiamo ottimi tecnici”. E ottimi atleti “Fisicamente e anche di testa. Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti e gli stessi veterani che ancora tengono botta, trascinano il movimento. Perché stanno spingendo i giovani a lavorare sodo per competere – al punto che – ora abbiamo degli ottimi giovani dalla categoria juniores in su. Agli Assoluti Primaverili, potremmo anche vedere sorprese nei 1500 stile libero”. Ma in Italia come nel mondo “Ricordiamoci che sono ancora tutti sotto carico, anche chi sta già nuotando temponi. Dobbiamo ancora vedere il top”.
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