L’argomento è il preferito della stagione, il più discusso (Zika a parte) tra i temi olimpici riguardanti gli sport acquatici. Finali di nuoto a mezzanotte a Rio 2016, tocca a El País analizzare gli accorgimenti presi da atleti e tecnici. Prima scelta ovviamente Fred Vergnoux, allenatore della lideresa Mireia Belmonte. E insieme al tecnico, sul giornale spagnolo campeggia Gregorio Paltrinieri. Il fatto che un quotidiano generalista come El País, una delle testate più prestigiose d’Europa, abbia scelto proprio l’azzurro - peraltro già intervistato ad agosto, dopo l'oro mondiale, e immortalato con tanto di salvagente al collo (foto) - testimonia la riconoscibilità raggiunta da Paltrinieri. Potevano selezionare chiunque, da un Adam Peaty a una Katinka Hosszu. Ma quell’appeal mediatico del carpigiano, che fa impazzire media e sponsor – Christian Zicche, direttore di Swimbiz.it, il dicembre scorso rivelò l’interesse di una grande azienda come Barilla(leggi qui) – non si riduce a tempi e medaglie. Un appeal che ha oltrepassato i sacri confini, Paltrinieri simbolo del nuoto europeo da opporre a Stati Uniti, Australia e ai giganti asiatici. Non è più solo la velocità a portare la gloria. Metti un mezzofondista a vincere nuotando a testa alta come un cavaliere in parata e festeggiando in stile Nba, e il pubblico vorrà che quei 1500m non finiscano mai(leggi l’editoriale). E’ ancora presto per dirlo e c’è un’Olimpiade di mezzo, ma Gregorio Paltrinieri potrebbe un giorno unirsi a quel ristretto alveo di campioni sportivi – da Federica Pellegrini a Michael Jordan, da Alberto Tomba a Michael Schumacher - universalmente conosciuti. Anche da chi non mastichi per nulla la loro disciplina.