La parola d’ordine è adesso, ovviamente, Rio olimpica. Che vuol dire attesa e conseguente innalzamento dell’asticella natatoria con cui ci si aspetta di foraggiare in modo adeguato il medagliere azzurro. Tutti ci pensano, pochi lo dicono per non rischiare di troppo ottimismo postumo, ma sulla corazzata Fin i pensierini si fanno da tempo. Semplice capire che anche le quote degli scommettitori ci danno in battaglia importante. In tutto questo dalla soglia e dalle quote olimpiche messe ad analisi, già bisogna ragionare sull’autunno caldo federale. Se l’uscente Presidente Paolo Barelli ha anticipato al dieci di settembre le prossime consultazioni, la più veloce chiamata al voto della storia per tutte le società affiliate, per decidere chi guiderà tutto il gruppone fino a Tokyo 2020 già si aprono i microscenari di avvicinamento. E come da regola i possibili candidati alternativi scontato il ruolo da uomo da battere dell’uscente Barelli) hanno tempo fino al venti di agosto , ancora in pieno clima olimpico, per decidere di metterci la faccia. Se la scorsa Riccione election day di quattro anni fa vide l’avvocato Giorgio Quadri in qualità di sfidante e il vicepresidente di allora Paolo Colica come lista di disturbo (Colica era un federale fino al giorno prima, poi decise una linea personale e alternativa) oggi il quadro della situazione è ancor più frastagliato e di non facile interpretazione.
Anzi rischiamo un minimo di pathos per mancanza di sfidanti. Il quorum elettivo è sempre con la soglia di sbarramento del 55%, abbondantemente superata oltre le attese la precedente tornata modello bulgaro, sfondando la resistenza dei non barelliani con un secco oltre 70%. Oggi dallo score bulgaro si passerebbe all’uomo solo candidato, se non bussa nessuno entro il venti. Segno che la Fin e il suo mondo non riesce a elaborare un leader nemmeno alternativo che non sia Barelli, e che se riuscisse lui come pare ormai da unico segno pensabile saremmo - qualcuno chioserebbe il rischieremmo - al ventennale. Quote a parte, una storia nella storia, perché quel 2000 di Sydney che ci fece impazzire di gioia per le tante medaglie d’oro raggiunte(e anche per le difficoltà di pagarle inizialmente da parte federale… quanto è cambiata la Fin da quell’epoca) si risolse portando in dote l’epopea barelliana all’inizio di un percorso che ha fatto del nuoto italiano uno sport vincente. E su questo non c’è storia. Vincente e internazionale, tanto le cariche multiple (Len e Fina) che riunisce Barelli. Non ci resta che aspettare le quote olimpiche, e poi sarà un tutto federale passando dalle parti del Coni il 6 di settembre.