No, non è la stessa cosa. Non è una gara come tutte le altre, per un ultra trentenne. Duecento metri, la distanza media che costringe a curare i particolari come un velocista, senza risparmiare i chilometri di gare più lunghe. I misti, il non plus ultra della tecnica a 360°. Una gara di sofferenza, da allenare e da disputare. Forse è per questo, disse un grande interprete dei quattro stili come Luca Marin a Swimbiz.it, fanno sempre meno presa sui giovani(leggi qui). Anche in questo, Michael Phelps (31 anni) e Ryan Lochte (32), darebbero un esempio ai più giovani, vincendo domani un oro nei 200 misti olimpici di Rio. 1'55"78 il Cannibale, 1'56"28 Lochness e terzo tempo di qualifica per un altro venerabile maestro della specialità, il padrone di casa Thiago Pereira (1'57"11).
Phelps vinse a Londra 2012, Lochte ancora recordman mondiale. C'è anche l'infinita sfida tra i due, pur sempre rispettosi l'un dell'altro, a dare spessore alla finale di domani. Un oro domani avrebbe un sapore speciale. Il vero elogio dell'esperienza e testamento all'immortalità, più di qualsiasi altra vittoria o record. Più commovente di un bacio di Phelps al figlio. Più folle della tinta di Lochte.