Il “Gros Break” di Yannick Agnel

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Yannick Agnel e Camille Muffat furono compagni di squadra a Nizza (Getty)
Yannick Agnel e Camille Muffat furono compagni di squadra a Nizza (Getty)

“Sapete una cosa? Ieri ero a Parigi ed era la prima volta che ho potuto stare da solo, prendere un caffè guardare i ragazzi passare. 45 minuti o un’ora a lasciare semplicemente passare il tempo. E’ qualcosa che mi mancava e sarebbe un grosso errore non prendermi del tempo per riposare, per digerire e assaporare tutte queste medaglie, questi momenti olimpici”. E’, forse, il passaggio più significativo delle dichiarazioni che poche ore fa Yannick Agnel ha rilasciato alle tv francesi. E’ sempre stato una delle personalità più complesse del nuoto francese. Riflessivo, intimista, amante della filosofia come raccontò alla Gazzetta dello Sport. E tuttavia, anche giocoso e amante della vita, come confermò a Swimbiz.it Valerio Coggi, che col Coccodrillo si allenò a Nizza. “Andare a Rio significava dare tutto, non avere rimpianti. Farlo per me, per la mia famiglia… per Camille (Muffat n.d.r.), in un certo senso”. Ha vissuto l’Olimpiade più dura, Agnel, come tutti i suoi compagni: Camille Lacourt vorrebbe chiudere con i Mondiali di Budapest 2017, ma al momento la sua priorità è la famiglia; Florent Manaudou dirà presto se intende proseguire la carriera o ritirarsi.

Agnelsi prenderà “Un gros break” usando le sue parole. Quella pausa che lui e i connazionali non si presero dopo i trionfi di Londra 2012 “E fu un errore ricominciare subito con gli allenamenti”. Per lui, in particolare, sono seguiti quattro anni tumultuosi. L’esperimento americano. La ripartenza con Lionel Horter, ex Direttore Tecnico della Francia. Un 2016 in cui ha dovuto anzitutto ritrovare la gioia di nuotate. E il punto più basso: i compagni di nazionale, a Rio, che lo accusavano di aver abbandonato la 4x200(leggi qui). Sarebbe un triste finale di carriera, ma “Je ne regrette rien” dice, non rimpiango nulla delle mie scelte. La frase che Laure Manaudou portò persino su una maglietta. Alla sua Federazione, Agnel dice “Certe cose sono piovute sulla testa dei dirigenti, dello staff, dei tecnici dei nuotatori… e non capisco. Credo che oggi il nuoto meriti un po’ più di professionismo e organizzazione.

moscarella@swimbiz.it

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