Arriva alla spicciolata Claudio Rossetto, a Ostia esaminatore dei neo allenatori che la Federnuoto si prepara a immettere nel circuito acquatico del prossimo futuro. Già, futuro, parola magica che resetta tutto dopo Rio olimpica, domanda semplice al candidato di turno “quando inizia la stagione agonistica?” perché dal 30 settembre si apre ufficialmente la nuova stagione, si guarda al mondiale canadese in corta adesso a dicembre prossimo e più in là nell’anno nuovo al mondiale in lunga di Budapest. Chiuso un ciclo, se ne inizia un altro. Le medaglie sono già in bacheca, quattro anni di lavoro come un ciclo continuo anche se poi in soldoni è sempre l’acqua calda che incide sui cicli societari “è un momento difficile per tutte le società, e anche la mia (Larus n.d.r.) lo è, in difficoltà. Ma si cerca di andare avanti comunque, anche se il momento è così”. Già, è proprio nei momenti così che spesso decollano le idee, perché quattro anni fa da Ostia centro federale uscì il progetto Moro del mezzofondo, con Paltrinieri e Detti che da qui hanno iniziato quelle fantastiche uniche medaglie olimpiche, oro e bronzo, da ieri già storia. Dietro la Federazione, il suo progetto, e ora con un Ros di velocità cosi magari a sperare di fare un progetto pilota a immagine e somiglianza del Mor , perché è sempre una questione d’investimenti “gli atleti non cambiano, quelli che alleno, Dotto, Santucci, Antonelli sono gli stessi. Continuo a lavorare, è la società che, se prima investiva dieci, ora investe cinque”. Risultato? Bisogna concentrare il meglio della velocità, i big ma anche i promettenti, dentro un contenitore, che non nomina mai, che è un centro di alta specializzazione come quello, Ostia, in cui ci troviamo. Alla ricerca comunque di elementi nuovi da inserire. Intanto passa Lorenzo Glessi, nuovo promettente mistista da 200, nuovo dei Moro Boys (and girls con la giovanissima Cusinato) e di questa filosofia.
Idee, forse proposte, tanto tra domani, lunedì e mercoledì 19 già avremo chiaro quale sarà il futuro assetto della squadra tecnica azzurra nella sua dirigenza, utile indicazione per i futuri pensare a un Ros di velocità così. Con magari un Magnini più concentrato sul percorso veloce, ma da altre angolazioni “non so cosa vuol fare, secondo me se continua a nuotare non fa bene. Ha una grande dote, quella di fare ancora tempi importanti in Italia, ma fatto salvo che è lecito faccia le sue scelte, dovrebbe già guardare ad altri percorsi”. E perché no, aggiungiamo noi, in un profilo tecnico che metta a disposizione dei nuovi giovani la sua enorme esperienza.