Una storia che ha fatto il giro del mondo, ancor più dell’oro olimpico. Uno sconosciuto consiglia al medico di Mack Horton di controllare il segno sul suo petto, poi rimosso chirurgicamente(leggi qui). In Italia ne hanno parlato persino in tv, a La vita in diretta. “Ma una diagnosi casuale dei melanomi non è affatto rara – commenta a Swimbiz.it il Dottor Giovanni Di Lella, Responsabile del Day Surgery Dermatologico all’Idi di Roma –rilevati durante una visita medica di altro tipo, o notati da un amico”. Il caso di Horton ha evidenziato l’importanza della prevenzione “Se rilevato tempestivamente, nella maggior parte dei casi il melanoma si può asportare con una semplice e per nulla invasiva operazione chirurgica – perciò conviene sempre far controllare a un dermatologo – una lesione pigmentaria che mostri la tendenza a cambiare. E non avviene nel giro di anni, ma di mesi”. L’alta incidenza di casi in Australia non è casuale “Molti sono ancora di origine britannica, quindi di pelle chiara, e abitano in un Paese molto più vicino all’equatore. Sono stati gli australiani ad attribuire la responsabilità agli ultravioletti, a pubblicare studi, a usare filtri solari…”.
Soggetti più a rischio sono “Coloro che hanno la pelle chiara o si scottano facilmente, o hanno subito scottature, soprattutto in età infantile, o hanno tanti nei. O ancora, hanno familiari che hanno avuto melanomi”. E in Italia, qual è la casistica? “Abbiamo circa 10.000 nuovi casi l’anno, fortunatamente nell’80% dei casi diagnosticati precocemente, rimossi e con una buona guarigione”. Purtroppo, però, tra i più anziani “Molti sono restii a spogliarsi alla visita dal dermatologo, finché non si ritrovano ‘maculati’ – col serio rischio che il tumore sia, ormai, in fase avanzata - sembra una cosa banale, ma è argomento di discussione a ogni convegno”.