“Ho sempre ammirato la figura del vigile del fuoco” ammette a Swimbiz.it il piattaformista Mattia Placidi, da ieri tesserato del neonato gruppo sportivo Fiamme Rosse(leggi qui). Ancor più orgoglioso, in un momento storico in cui il Corpo è in prima linea per lenire le ferite inferte dal terremoto “E non escludo, a fine carriera, di fare servizio attivo”. Ma oggi l’attenzione è interamente rivolta ai tuffi. Dalla foto con l’amico Andreas Billi, trampolinista dei Carabinieri, e col mito Klaus Dibiasi, traspare la serenità trovata da Placidi dopo un lungo quinquennio segnato da un ritiro per infortunio e dal ritorno all’agonismo(leggi qui). La serenità che accompagna qualsiasi atleta entri in un Gruppo Sportivo. I fondi nazionali in Australia(leggi qui) e Gran Bretagna(leggi qui), la realtà dei college statunitensi(leggi qui) offrono forse maggiori possibilità “Ma è anche più semplice venire allontanati” o tagliati dai programmi federali. I Gruppi Sportivi in Italia danno più garanzie e sicurezza “Tuttavia, non dev’essere motivo per rilassarsi, ma un punto di partenza per lavorare e migliorare. E’ una responsabilità, non rappresenti solo te stesso e l’Italia, ma anche il Corpo stesso. Entrandone a far parte a 26 anni, che compio quest'anno, forse riesco ad apprezzarlo in maniera diversa, più matura”.
Obiettivo, manco a dirlo, Olimpiadi di Tokyo 2020 “E qualificarmi a Europei e Mondiali di quest’anno. Vorrei portare avanti anche il sincro con Vladimir Barbu, abbiamo un ottimo rapporto. Anche lui è entrato nei Carabinieri e ora che abbiamo maggiori possibilità, anche economiche, sperò che avremo più possibilità di trovarci e allenarci insieme – anche in questo caso, una responsabilità – nei confronti della Federazione, perché garantiremmo più presenze in nazionale e una gara in più”.