“Come abbiamo preparato l’Olimpiade” lo racconteranno in tre voci oggi alla tre giorni del convegno allenatori in programma di partenza nel pomeriggio di Treviso. Interessante, non tanto per la evidente raccolta tecnica di dati destinata all’aggiornamento della categoria, quanto per il terzetto da podio che è un po’ la novità di gruppo sul fronte dei convegni che risponde al trio MPD, Stefano Morini, Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, i moschettieri del nuoto azzurro modello olimpico, mondiale e europeo. In effetti sarà il momento alto di riflessione tecnica e di acclamazione di una stagione olimpica unica, che riguarda un’intera categoria professionale dalle cui intuizioni e scelte bordo vasca dipende tanto del presente, per non dire quello che sarà il futuro. Già, il futuro che passa dalle panchine allenanti ha bisogno di raccontarsi e confrontarsi, complici gli atleti che diventano il metro del giudizio e della valutazione, aggiornarsi, ma soprattutto di stabilire quello che sarà dei tecnici nei prossimi anni.
C’è bisogno forse di più spirito unitario di categoria, più riconoscimento di un ruolo professionale che da tanto tempo ha necessità di un inquadramento in associazione(Anaten in passato) e di albo professionale. Per non dire del confronto sempre più aperto verso il mondo, forse ci si sarebbe aspettata una presenza di tecnici stranieri, perché è anche sulle metodologie degli altri che si può crescere tutti, fatto salvo il credito formativo nazionale che non è certo secondo a nessuno e che nel mondo specie in quello che si affaccia ultimamente in piscina con i Paesi in via di sviluppo acquatico (vedi il caso del Centroamerica) riscuote grande attenzione e interesse. Parlare le lingue allenanti anche degli altri è diventato fondamentale, basti pensare che a Ostia centro federale azzurro il 2017 è già abbondantemente prenotato come sede di collegiali a partire dagli australiani…