Sesso prima delle gare: miti, leggende, scienza

Il team dei ricercatori italiani (Frontiers in Phisiology)
Il team dei ricercatori italiani (Frontiers in Phisiology)

Due anni fa, la psicologa Elena Campanini raccontava a Swimbiz.it che nell’antica Grecia, per evitare ‘tentazioni “Si usava infibulare gli atleti olimpici con un filo d’oro. Lo sport era considerato un’attività maschile, la donna una tentatrice, tra omofilia e misoginia”. Meno prosaici, i Cinesi temevano che il sesso provocasse “Perdita di energia divina” commenta a Swimbiz il dottore di ricerca Gian Mario Migliaccio. In un video pubblicato lo scorso agosto su Facebook, Migliaccio presenta l’analisi sistematica, pubblicata dalla rivista Frontiers in phisiology, condotta da un gruppo di ricercatori italiani (immagine a dx) sulla base di cinquant’anni di studi condotti sugli effetti dell’attività sessuale prima della competizione sportiva:

In allegato (in inglese) “Sexual Activity before Sports Competition: A Systematic Review”: Clicca qui per l'allegato

 

Va precisato che “Gli studi sono condotti su simulazioni di gara. In una reale competizione, rischierebbero di essere falsati da vari fattori" e riguardano rapporti di coppia, senza studi, ad esempio, sull'onanismo. L’utilità della review è aver dato organicità a studi, fino ad oggi, frastagliati “E neanche numerosi. A volte è il Comitato Etico dell’ateneo a opporsi”. La penuria di studi di settore ha favorito aneddoti e leggende, spesso tendenti all’astinenza “Ma dalle analisi dei dati fisiologici, non vi è certezza di effetti negativi, né positivi “. Un dato oggettivo, però, emerge “Con un intervallo di almeno due ore tra l’atto sessuale e la gara, si recuperano anche eventuali effetti negativi – vale per qualsiasi attività fisicacon nuovi studi, dall’ambito sportivo si potrebbero trovare applicazioni anche nel mondo del lavoro.

A livello psicologico, nel 2014 a Swimbiz la sessuologa Alessandra Graziottin(leggi qui) distinse tra relazione stabile “O comunque con una sessualità felice e soddisfacente, dove l’atleta può trovare in un rapporto un elemento di relax e di ricarica – e, di contro – una relazione nuova, travagliata o non corrisposta, oppure un rapporto stabile, ma problematico. In questi casi conviene attendere a gara conclusa”. Ma, ancora una volta, la soggettività degli individui spesso spariglia le carte. Un grande allenatore di basket come Phil Jackson seguiva una semplice regola generale: lasciare libertà agli atleti di gestire, secondo le loro abitudini, il rapporto tra sesso e gara.

moscarella@swimbiz.it

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