Farà trent’anni a maggio, ma rimettersi sotto con gli allenamenti non è un problema. Felipe França da Silva è abituato a ripartire. Il suo periodo fu tra 2009 e 2011, sempre oro o argento nei 50 rana tra Mondiali, Universiadi, Panpacifici e Panamericani. Poi, i risultati iniziarono a scemare, sostituiti da altro: problemi di peso, depressione… Nella più classica delle favole brasiliane, trovò conforto nella religione. Ama ascoltare il Salmo 23 prima delle gare, “Mi tranquillizza” spiegò a Swimbiz.it(leggi qui). Altre volte s’inginocchia bordovasca e prega silenziosamente, il blocco di partenza a mo’ di altare.
Nel 2014 sorprese con la sua doppietta 50-100 rana in vasca corta, ai Mondiali di Doha. Ora, il membro del Team Vadox e dell’Universidade di Santos, riparte da un’Olimpiade di Rio difficile per il suo Brasile “La pressione mentale fa tutta la differenza. In questo senso, il Brasile non era pronto” commenta a Swimbiz. Un anno di tensione per tutti, non solo in vasca “Non abbiamo la ricetta per essere imbattibili, né siamo ‘robot’. Ma dovremmo sempre ascoltare maggiormente chi è già stato campione mondiale o olimpico”.
Il 2017 sarà per Felipe un anno diverso. Punta a ritrovare velocità, ma soprattutto potenza. A esser precisi, punta a diventare il nuotatore più potente al mondo, con l’obiettivo del Record Mondiale dei 50 rana:
Squat da 270 kg, il mondo sulle spalle “La rana richiede molta potenza. Sia nelle braccia, sia nelle gambe”. La forza, la massa, da sole non bastano “Perché dobbiamo anche poter avanzare con la nostra forza totale”.
Uno stile che va sempre più forte, in tutti i sensi “Una volta era quello con meno risonanza, ora riscuote successo”. Il britannico Adam Peaty monopolizza la velocità “Mi piacerebbe allenarmi con lui, perché ti motiva sempre a volere di più. Lui e la sua allenatrice Mel Marshall hanno fatto un lavoro eccellente – ma non imbattibile – nessun record è per sempre, nulla è impossibile”. Perché per Felipe, come sempre “Basta avere fede in Cristo: tutto accadrà al momento giusto”.