“L’importante è entrare in finale, poi lì può succedere di tutto”. Una delle frasi preferite dai tecnici, soprattutto nelle gare a sprint. I 50 metri, vasca seccabe all-in. Aprile dice che nei 50 rana, quest’anno, gli unici a scendere sotto i 27 secondi siano finora Adam Peaty e Nicolò Martinenghi. Il recordman mondiale ha vinto ieri il titolo britannico in 26”48. Il primatista mondiale juniores ha segnato 26”97 in batteria agli Assoluti di Riccione. Entrambi felici di essere andati così veloci in questa parte della stagione, eppure non del tutto soddisfatti a fine gara. L’azzurro ai microfoni Rai ammetteva che avrebbe voluto migliorarsi in finale, l’inglese che ieri è arrivato a 6 centesimi dal suo record mondiale commentava “E’ quasi fastidioso pensare a quanto ci sia andato vicino”.
E’ la roulette dei 50 metri, magari russa come Kirill Prigoda, 27”12 quest’anno. O forse guarderà più a est, dove Cina e Giappone preparano il terreno per il gran duello di Tokyo 2020, un’Olimpiade che inevitabilmente si caricherà di significato politico per tutti i Paesi dell’Estremo Oriente. Aspettando gli onnipresenti americani e qualche infiltrato dell'ultima ora. Gara aperta anche agli indomiti, gli irriducibili. Come il sudafricano Cameron van der Burgh, 27”06 e 3° tempo mondiale dell’anno a Durban. O il brasiliano Felipe França che mira a diventare il nuotatore più potente al mondo(leggi qui) per tenere testa ai giovani. O magari lo stesso Fabio Scozzoli, se sarà convocato in azzurro, già tornato a medaglia mondiale in vasca corta. L’oro iridato pare già scrivere a chiare lettere il nome del vincitore, ma dietro sarà bagarre, come sempre. L’importante è entrare in finale, poi lì può succedere di tutto.