Il nuoto inglese non vale solo medaglie

Copyright foto: Gian Mattia D'Alberto-LaPresse

Manca un anno ai Giochi del Commonwealth di Gold Coast, in Australia, e c’è chi per l’occasione già prepara cuffie, costumi e occhialini. Rinnovando la sua partnership con Arena, Team Enlgand prepara già il merchandising ufficiale: da marzo 2018, sarà messa a disposizione dei fan una replica del kit della nazionale. A livello sportivo, lo scorso quadriennio ha segnato un paradosso nel nuoto britannico. Nonostante tagli ai fondi e chiusura di diversi centri federali(leggi qui), sono emersi campioni di valore mondiale. In particolare Scozzesi(leggi qui) e, appunto, Inglesi. Al di là dei risultati sportivi “Il Regno Unito, e l’Inghilterra in particolare, è un mercato strategico per noi” dichiara oggi Luca Belogi, General Manager vendite per Arena. E lo scorso febbraio, uno dei due Ceo dell’azienda, Giuseppe Musciacchio, confermava a Swimbiz.it che in futuro il marchio di Tolentino avrà un imprinting sempre più internazionale (leggi qui).

Il mercato dello swimwear, in Europa, nel 2019 varrà oltre 5 miliardi $ secondo Technavio, specializzata in analisi di mercato. A seguito degli scorsi Giochi del Commonwealth, Glasgow 2014, Npd group rilevò che il nuoto restasse lo sport più praticato in Inghilterra e che il mercato di costumi e accessori fruttasse almeno £189 milioni. Ed era ancora fresco il ricordo della delusione di Londra olimpica. Inoltre, secondo un’indagine di Sport England pubblicata il novembre scorso da The Guardian, il numero di praticanti nel Paese, negli ultimi dieci anni, sarebbe sceso del 23.7%. Ma Glasgow fu il primo passo del ‘nuovo’ nuoto inglese. Adam Peaty & co iniziavano a farsi conoscere. Ora, l’onda olimpica di Rio ha ridato appeal al nuoto britannico (e inglese) nei confronti del pubblico generalista, aprendo a nuove prospettiva di crescita sul mercato di costumi e accessori.

moscarella@swimbiz.it

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