“Guarda la postura, quello viene dal pinnato” Carlo Allegrini (auguri oggi per i suoi 57 anni) torna indietro nel tempo, emozionato, guardando le gare di apnea dinamica con pinne. Prima che dirigente, è stato atleta e tecnico. Partì dal nuoto, ma il vero amore fu il pinnato, che grande influenza ha esercitato sull’apnea “Ma si va verso la specializzazione - spiega a Swimbiz.it, oggi Presidente di attività subacquee e nuoto pinnato Fipsas - la gara con più possibilità di spettacolo è l’apnea speed” 100 m a tutta velocità. Ma suggestiva è anche l’apnea endurance: 800 m in 16 vasche, gli atleti che prendono fiato al tocco sul muretto, come pugili agli angoli, l’orecchio al tecnico che urla incitamenti e consigli e l’occhio sugli avversari “E immaginatela a otto corsie”.
Percorso diverso per il Vicepresidente Laura Giacomini, passata anche per i tuffi nel Gruppo Ufficiali Gara. Sarda, perciò in prima linea perché l’organizzazione degli Europei di apnea di Cagliari (oggi le gare finali, clicca qui per la diretta streaming) fosse impeccabile, sempre presente sotto il podio per cantare l’Inno di Mameli. In vasca, l’irruzione della monopinna è stata una rivoluzione: potenza, velocità “Ancor più se la speed partisse dal blocco. Ma per il praticante comune, l’apnea può anche essere fitness” perché insegna respirare, a rilassare il corpo. A vivere meglio.
Fu la meravigliosa rivalità tra Enzo Maiorca e Jacques Mayol(leggi qui) il primo punto di svolta per l’apnea, fenomeno di culto con Le Grand Bleu, film capolavoro di Luc Besson. Con Umberto Pelizzari, l’onda di quei grandi personaggi continuò “E provò a trasformare l’apnea in sport di squadra” racconta Michele Geraci, sommozzatore e membro della Commissione Tecnica apnea in Fipsas. Quell’apnea ‘ancestrale’, marittima, è oggi seguita dal Cio come possibile disciplina olimpica. Capace di regalare inquadrature magiche “Al primo mondiale Cmas – federapnea internazionale, che per questioni di sicurezza inizialmente lasciò l’apnea di profondità, portando alla nascita della parallela Aida – si è usato un drone subacqueo, che segue l’atleta per tutto il percorso, le sue smorfie, le sue emozioni. Da brividi”. Con uno sponsor sul modello dei tuffi delle grandi altezze “Potremmo creare tribune galleggianti per il pubblico, sale stampa in mare - un’idea anche per il nuoto di fondo - e non parliamo di cifre esagerate”.