Due anni dopo, il Marco Polo con la calottina è tornato a casa. Tanto ha passato in Cina, come ct della nazionale maschile di pallanuoto “E per me quei ragazzi ce la possono fare tranquillamente a qualificarsi per le Olimpiadi. L’importante per me è aver fatto un buon lavoro, due volte tra le prime otto di World League” commenta a Swimbiz.it Paolo Malara. Certo, un po’ sorprende vedere esoneri nell’anno olimpico “Può capitare, com’è successo con l’Italbasket e l’Italvolley”. L’importante, per il tecnico genovese, è valutare il lavoro svolto nel suo complesso “Senza ‘febbre dell’oro’, che è una brutta malattia (ride). Non capisco quelli che hanno polemizzato, dopo i Mondiali di Kazan, su Sandro Campagna – ct del Settebello – e Sandro non ha certo bisogno di me come ‘avvocato’. Sono sei anni che porta l’Italia ai vertici mondiali: 2° agli Europei 2010, 1° ai Mondiali 2011, 2° alle Olimpiadi 2012, 4° ai Mondiali 2013, 3° agli Europei 2014, 4° ai Mondiali 2015 e peraltro dopo un ultimo tiro sulla traversa e i rigori. Per me sarebbe una follia cambiarlo e penso rimanga almeno fino a Tokyo 2020, sta costruendo la squadra anche per quello. Anche i responsabili delle nazionali giovanili continuano a fare risultato”. E se Malara guarda all’intero ambito degli sport acquatici “Vedo il lavoro che fanno e hanno fatto Paolo Barelli e la Federazione. La Fin è cresciuta, la Len anche. Il nuoto italiano continua a vincere, prima si criticavano i nostri centri federali e ora da tutto il mondo vengono ad allenarsi in Italia, che viene dal suo miglior mondiale di nuoto di sempre”. Intanto, Malara non ha alcuna intenzione di prendersi sabbatici “Sono sempre disponibile, in Italia come all’estero. Come ho sempre detto, vado dove c’è lavoro”.
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