Antonio Fantin è un ragazzo che dimostra sempre una forte personalità, sia su una sedia a rotelle, sia in una piscina. Si è avvicinato a nuoto e pallanuoto attraverso i camp di Roberto Calcaterra e Stefano Begni, poi ha giocato a Lignano Sabbiadoro prima di approdare alla Waterpolo Ability squadra mista di atleti normo e paralimpici fondata da Pieangelo Vignati, oro alle Paralimpiadi di Sidney 2000 (leggi qui). “Mi trovo meglio da centroboa o sulla destra” – racconta a Swimbiz.it – “Giocare in questa squadra mi ha aiutato a integrarmi con altri ragazzi, anche se ho molti amici che mi vogliono bene e mi aiutano sempre”. In acqua non ha bisogno della carrozzina, non c’è chi si gira a guardarlo con supponenza “Nello sport si sta tutti insieme, si ride e si scherza e si ci vuole bene”. E tuttavia, racconta Antonio “A volte leggo delusione sui volti dei genitori degli avversari. Forse si sentono sconfitti affrontando una squadra di normodotati e disabili, forse provano una tristezza interiore”. In Italia, sono ancora pochi i pallanotisti paralimpici “Penso per la paura di mettersi in gioco(leggi qui)”, più facile trovarli nel nuoto. Nel suo Friuli, l’associazione “Fai sport” lavora per avvicinare “I disabili allo sport. Per me persone come il fondatore, Giorgio Zanmarchi, o Pierangelo Vignati sono come padri, per la passione che ci mettono”. Il sogno è partecipare alle Paralimpiadi “Anche prima di ammalarmi, il mio sogno era l’Olimpiade” afferma con entusiasmo Antonio. La sua vita sarà sempre legata allo sport: “Perché permette di dimostrare chi sei a te stesso e agli altri, anche se non hai le gambe o le braccia. Che funzionano come per tutti. Che puoi dare il massimo e ottenere risultati”. Una volta, nella sua città, vide un manifesto appeso a un palo vicino a un posto auto riservato ai disabili che diceva: se vuoi prendere il mio posto devi prendere anche la mia disabilità “Tutti abbiamo pari dignità, tutti abbiamo la possibilità di fare tutto. La disabilità non deve essere una barriera, ma un’opportunità per fare ancor più rispetto ai normodotati”.
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