Il centro acquatico Julio Delamare corre il rischio di non poter essere utilizzato per i Giochi Olimpici del 2016 che si terranno a Rio e ancora una volta la storia si ripete, come nel 2014 per i mondiali di calcio. Entro la fine di maggio il Comitato Olimpico Brasiliano, insieme al Governo, dovrà prendere una decisione sul rinnovo o meno della concessione all’impresa che sta lavorando alla costruzione dell’impianto, dando cosi maggiore impulso sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista tecnico-architettonico. Oppure, spostare le gare di pallanuoto, che si dovrebbero effettuare in tale impianto, presso un'altra struttura ancora da decidere. Tra le soluzioni proposte, l’utilizzo dello stadio di calcio del Maracanà (in foto lo stadio e, sulla dx, l'impianto Julio Delamare) con la sola costruzione di una piscina montabile. Il problema di fondo della struttura Delamare è, come afferma il biologo brasiliano Mario Moscatelli, la mancanza dell’impianto di trattazione delle acque; di conseguenza un enorme difetto in fase di costruzione. Qualsiasi decisione prenderanno gli organi competenti comporterà un aumento vertiginoso dei costi per i lavori dell’impianto, che già ammontano a circa 93 milioni di dollari senza pensare che il contratto tra le parti prevede un aumento di costi di circa 20 mila dollari per ogni mese in più di lavoro rispetto alla data di consegna prevista. Oltre a questo problema c’è da registrare lo sciopero degli operai, impegnati nella costruzione degli impianti, che è iniziato circa 2 mesi fa e durerà fino a quando non riusciranno ad ottenere un aumento dello stipendio del 8,5%. Mesi in cui i lavori si sono bloccati; come per i mondiali di calcio 2014.
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