La scorsa estate, la sfida per il bronzo nella tana delle magiare, a Budapest, risoltasi nel 10-9 finale che lasciò l’Italia con un po’ di amaro in bocca per qualche fischio arbitrale mal digerito(leggi qui). Stavolta, a Szentes per la world league, il Setterosa si prende la vittoria per 11-9, con gol di Cotti, poker di Garibotti, tripletta di Bianconi ed Emmolo. “Penso che questo gruppo saprà mantenersi a buoni livelli anche in prospettiva” commenta a Swimbiz Claudio Mangini, storica firma pallanotistica del Secolo XIX. Ma il tema caldo, dopo l’ufficializzazione della candidatura dell’Italia ad ospitare le Olimpiadi 2024(leggi qui) è: quale città ospiterebbe le gare olimpiche di waterpolo? Anzitutto, vanno messi in chiaro tre presupposti. La candidatura di Roma non dà certezza assoluta di vittoria; la concorrenza degli altri Paesi, come sempre, sarà feroce. Da regolamento olimpico, semifinali e finali si disputerebbero obbligatoriamente a Roma. Nessun’altra città di supporto a Roma è ancora certa, nonostante ieri il Premier Renzi abbia accennato a “Firenze, Napoli e la Sardegna”. Tuttavia, si fanno insistenti i rumors su Napoli sede olimpica dei gironi di pallanuoto “Indubbiamente la città ha la storia e le ambizioni per candidarsi – commenta Mangini – tuttavia, Genova ha reagito negativamente leggendo che non avrebbe alcun ruolo; io penso, e così anche la Pro Recco, che la Liguria lo meriterebbe, con i suoi risultati e le sue ambizioni”. Si profilano due progetti diversi “Per Napoli si parla più di prefabbricati temporanei, da montare in via Caracciolo – sul lungomare partenopeo – per l’effetto spettacolare. In Liguria, si parla di ambizioni a lungo termine. La Sciorba è fornita di piscine olimpioniche e vasca da riscaldamento; in più si vorrebbe creare un polo nel Levante ligure: Sori, Rapallo e il rifacimento della piscina del Recco”. Difficile pensare all’edificazione di nuove piscine di proprietà delle società(leggi qui) “Il problema è che si parla di Olimpiadi, quindi almeno 10.000 posti di capienza. O s’installano pre fabbricati in zona Fiera, a piazzale Kennedy, oppure tribune mobili sulle arene esistenti – come lo Stadio del Nuoto di Roma ai Mondiali 2009, o le ‘ali’ del London Aquatics Centre nel 2012 – ma non so se la Sciorba le reggerebbe”. Nella tenzone Napoli-Genova, una soluzione potrebbe essere “Una salomonica divisione tra gare maschili e femminili tra l’una e l’altra città”.
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