I tre finalisti del cronometro alla mano, più diversi tra loro non potrebbero essere. Al di là dei meriti tecnici personali, che li raccontano nella top list degli allenatori che si giocheranno anche quest’anno il titolo di migliore allenatore dall’anno, di cui sembrano da podio in categorie differenti. Come diversissimi lo sono realmente per portamento , portanza di cronometro, e modo di comunicare.Il burbero zio livornese Stefano Morini, il rampante e calibrato cuginetto pesarese Matteo Giunta, lo scuro romano, ex atleta dallo sguardo dolce ma deciso –per via del cranio pelato costantemente abbronzato - Christian Minotti, sono innanzitutto i veri artefici del trionfale mondiale di Budapest di cui ancora celebriamo i fasti. Ma chi sarà il proclamato?
È evidente che due campioni del mondo formato Moro (Detti e Paltrinieri) sulla bilancia di chi voterà pesino più del già pesantissimo oro di Federica Pellegrini di cui Giunta è il responsabile tecnico.
Più distaccato, l’ex dei 1500 Minotti che con la Quadarella bronzea già si pregusta però un futuro sempre in vetta alle posizioni che contano. Considerando il fattore new entry con immediato risultato, bel filotto per un allenatore che tempo fa nemmeno intravedeva l’ombra della convocazione in nazionale e che già ha distaccato tra gli under quaranta del giro nazionale il collega Aniene Mirko Nozzolillo (Di Pietro- Ferraioli-Rivolta) rimasto in panchina a questo giro mondiale.
Su Matteo Giunta solo valutazioni estremamente positive, perché l’incredibile Pellegrini con il suo oro ha accelerato la sua stella. Partito come secondo e interprete (di lingua e di crono) di Philippe Lucas, inizialmente preparatore atletico e subito pronto il salto nel sacro graal del cronometro con esami quasi da privatista, ma questa è un’altra storia che fa curriculum volonteroso. Poi il mediatico ha fatto il resto. Ma l’ex ragazzo ci sa fare ed è bravo a prescindere dalla stampa che lo insegue alle volte anche per altro. Chiuso con il cugino Magnini - che si allena a Roma, in attesa di capire la stagione che verrà, con Claudio Rossetto - ha aperto un filotto nuovo e futurista a Verona con l’arrivo di Sabbioni e Pezzato. Il bello(ccio) degli allenatori scala posizioni su posizioni e il futuro pare proprio stare dalla sua. Paziente e rampante con il super Jolly della Fede che obiettivamente ha centrato a Budapest, per intensità e incredibile gara, la medaglia meno scontata e forse più emozionante di tutti i suoi 200. Gli è scesa la lacrima e lì è iniziato il vero Giunta.
Chi vincerà? Non dichiaro il mio voto, per rispetto al lavoro ancora in corso della giuria giornalistica e tecnica di cui ho l’onore di far parte e che annuncerà a Torino il vincitore la prossima settimana, ma penso che il podio mai come quest’anno abbia una verve competitiva tra allenatori che non può altro che stimolare la competizione tra i cronometri azzurri. Che con tutto rispetto per l’altra faccia acquatica del mondo, sono certamente tra i top a livello mondiale.