La tensione del trampolino: giocare in casa non sempre è più facile

Copyright foto: Deepbluemedia

In un’epoca in cui la parola “millennials” riempie ogni giornale e discorso, certo rincuora vedere la sfilza di 2000 nella finale assoluta di Torino del trampolino femminile dai 3 m, e ancor più sapere che le ‘veterane’ sono la classe ‘94 Elena Bertocchi (oro con 301.30 punti) e la ’96 Laura Bilotta (argento, 255.60), mentre terza è la talentuosa e giovanissima Chiara Pellacani (243.25). Vittoria anche per Giovanni Tocci dal metro maschile (417.85) e per il duo Bertocchi-Pellacani nel sincro 3 m (268.29) e, a prima vista, si potrebbe dire che le gerarchie dal trampolino siano state agevolmente rispettate.

Invece non sono state gare scontate, e non lo sono mai. Perché la concorrenza dal trampolino maschile è ormai notevole - Tocci si è persino dovuto fermare sul doppio e mezzo rovesciato, poi ripetuto al meglio - e perché, ricorda la stessa Elena ai microfoni Rai Sentivo più la tensione qui che non agli open ucrainia. E la cosa non deve stupire “E’ sempre stato così” conferma Max Mazzucchi, ex azzurro e talent di Swimbiz.it per i tuffi. Giorgio Cagnotto al commento tv ricordava come in gara internazionale tutta la squadra faccia il tifo per te, mentre ovviamente ‘in casa’ si gareggia l’uno contro l’altro (dentro e fuori dalla vasca) per agguantare i posti in azzurro. “L’importante è vivere in modo sano questa concorrenza interna. Perché, se si riesce a superare, porterà benefici quando ci si giocheranno medaglie importanti – spiega Mazzucchi – perché sei già stato stimolato a dare più, a superare i tuoi limiti. Quando sei ‘da solo’, è molto più difficile fare una bella gara”.

Vale per noi, vale anche per gli open stranieri ai quali hanno partecipato negli scorsi i mesi i nostri azzurri, dove gli atleti di casa chiaramente si tuffavano con uno spirito diverso “L’importante, in questa fase della preparazione non è vedere medaglie e punteggi. Perché i giudizi sono soggettivi: 400 punti qui sono diversi da 400 agli Europei, mentre ad esempio un 8 al Grand Prix di Rostock ‘vale 10’, vista la concorrenza  - quel che conta ora – è essere obiettivi con se’ stessi e capire a che punto della preparazione si è. Bertocchi è l’esempio: ha fatto 220 punti in eliminatorie e 300 in finale, significa che si è gestita alla perfezione.

moscarella@swimbiz.it

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram