Questione di tempo, questione di tempi. E’ forse un back to the future, un ritorno al futuro, per la Divina Federica Pellegrini. Che oggi consacra la cosa che sa far meglio al mondo, quel dna spaventosamente acquatico che ha una registrazione massima quando si sviluppa per duecento metri, siano vasche lunghe e corte. Lo fa con una naturalezza disarmante la nostra numero uno, con un menù di tattica che prevede un’accelerazione iniziale, poi il resto è come la sinfonia più bella che una nuotatrice abbia interpretato dai tempi della creazione della distanza. Questione di tempo, bellissimo e importante quello di oggi (1’51”89), questione di tempi con Fede proiettata verso il millennium della nuotata, la manita europea, la cinquina corta, quella che non risparmia avversaria che sia. Chissà se al Tacco 11, locale di famiglia, il fratello Alessandro già propone il cocktail tematico, quello che sorprende è la naturalezza continua di una campionessa infinita, che si gusta il podio come fosse il primo. Con lo stesso sguardo da prima volta che ha il tedesco Koch, quello della rana, che ogni volta sembra dirsi io sono qui, scusate se è poco. E sempre a stile, quello libero e perfetto della staffetta mista azzurra a carburazione d’oro con Bocchia, Orsi, Di Pietro e Ferraioli c'inchiniamo al tricolore azzurro. Quello del vessillo più alto, che fa rima ancora una volta con la nostra portabandiera. Pellegrini 200, The Legend, gimme five!(ascolta la canzone)
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