Si è giustamente detto e scritto che l’atteso meeting di Torino, Energy for Swim, sia stato bloccato dalla Fédération Internationale de Natation per ragioni di business. Ma che business può esserci, se si ferma tutto? “Sembrano quelli che ai tempi nostri in Italia cercavano d’indirizzare le gare sempre e solo nella loro città” esteso ora su scala mondiale. A parlare a Swimbiz.it è Fabrizio Imperadore, torinese, ex farfallista e dorsista delle Fiamme Gialle, con le quali ha vinto più di un titolo italiano in staffetta. Oggi imprenditore (Eicom), guarda caso nel campo dell’energia, uno dei tanti che sotto la Mole vedevano in quella gara di dicembre non solo un grande momento di sport, ma anche un’occasione d’investimento “Sono grandi opportunità anche per gli imprenditori locali. Stiamo purtroppo perdendo diversi treni – e altrettanti ne sta perdendo il nuoto, perché senza la creazione di forti circuiti – si resta fermi alla situazione attuale: ci si ricorda del nuoto solo ogni quattro anni”.
Questa è la distinzione cruciale. Esiste un business positivo, quello che può davvero far crescere uno sport – peraltro sano – e renderlo realmente professionistico. E poi esiste chi coltiva solo il suo orticello, intercontinentale, e lo recinta affinché nessuno entri, neanche il semplice appassionato che vorrebbe unicamente ammirare quei campioni dal vivo(leggi qui).