Anche Nicole Kidman voleva essere una nuotatrice (qualunque cosa significhi oggi)

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Fama globale e un Premio Oscar a volte non bastano nella vita, se il tuo sogno di bambina era un altro. Nicole Kidman non tradisce le sue origini australiane – anche se è nata a Honolulu – e in una recente intervista, oltre ad aver fatto rientrare un piccolo ‘misunderstanding’ col protagonista di Bohemian Rhapsody Rami Malek, ha rivelato che il suo dream job sarebbe stato essere una nuotatrice professionista, lei che si allena in vasca da sempre e a 51 anni, volendo, potrebbe pure fare la Master.

Nicole Kidman in The Peacemaker (1997)

 

L'oro olimpico 2016 valse a Joseph Schooling (Getty), che all'epoca nuotava e studiava in Texas. 740.000 $ dalla Federazione di Singapore. La cifra scandalizzò la Ncaa, giudicata eccessiva per un universitario

Forse sarebbe l’epoca giusta, visto che oggi i Thorpe, i Phelps o chi volete voi, in termini di notorietà e spazio sui giornali, sono ben più numerosi che in passato. E’ cambiata la comunicazione, certo, ma è il nuoto stesso che grida al cambiamento, alla rivoluzione, al professionismo. Quello reale, che non è definito tanto (o solo) da quanti soldi arrivino, ma è anzitutto un termine giuridico. L’America insegna. Non un singolo centesimo esterno, salvo la recente eccezione dei premi messi in palio dalle Federazioni Nazionali, deve entrare nella cuffia del nuotatore di college – e negli States c’è chi inizia persino a lamentare il sistema, all'estero considerato quasi un Eden – mentre, una volta fatto il salto nei ‘pro’, le università chiudono i rubinetti e l’atleta deve farcela con le sue sole forze, gli sponsor che riesce ad attirare a sé. Da noi, per dire, ancora manca a norma di legge una vera distinzione e tutti i nuotatori sono considerati dilettanti. Un vero salto tra i professionisti, peraltro, significherebbe per un atleta anche dover rinunciare al sostegno dei militari.

Si può dire che oggi il nuotatore sia una specie in fase di mutamento. C’è fermento tra gli atleti (meno tra gli allenatori), oggi più attenti al marketing, al contorno della gara. Sembrano inseguire la loro personale Svolta della Bolognina che dia vita a una 'Cosa' di professionisti. Hanno la sensazione che sia il momento giusto per fare un salto evolutivo, intercettare la fase storica attuale e quelli che, a parere loro, sarebbero i gusti del pubblico. Quale sia il mezzo migliore per arrivarci, è ancora tutto da definire.

moscarella@swimbiz.it

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