A pieno ritmo, fin da subito. Ai Categoria di Trieste, la prima prova per un posto in Nazionale. Poi, la prima gara internazionale, il Grand Prix di Rostock. Ora, con la possibilità anche del ‘sincro misto’ in caso di coppie confermate, come anticipava a Swimbiz il giudice internazionale Valerio Polazzo(leggi qui) “La Coppa Rio (6-8 marzo, Bergamo) è la seconda chance per una maglia azzurra – commenta a Swimbiz Giorgio Cagnotto, ct dell’Italtuffi – e i tuffi ad alta difficoltà vanno portati già in eliminatoria”. Lo scopo è “Abituare subito i ragazzi a serie dure e competitive, perché le portino a Mondiali e Olimpiadi già al mattino – senza esagerare(leggi qui), ma più che una scelta – è l’unica via possibile. E’ un calcolo matematico: per entrare almeno in semifinale, ci vogliono questi tuffi”. Anzi, tre “Potrebbero essere pochi. Stiamo considerando l’opzione d’incrementare il numero nel 2016”. Rostock è stato “Solo un ‘allenamento alla gara’. Tania Cagnotto e Francesca Dallapé hanno testato in sincro il triplo e mezzo avanti: più fisico e spesso 'più sincronizzato' del doppio e mezzo indietro. Tra i maschi, qualcuno ha già risposto bene alle novità, altri devono ancora ‘digerire’ i nuovi tuffi – e il mondo non sta a guardare – dal trampolino femminile, la canadese Jennifer Abel sta inserendo in programma tuffi a coefficiente più alto; poi vanno anche eseguiti bene”. E mentre si approssima il match calcistico di ritorno, in Europa League, tra l’Athletic Bilbao e il suo Toro, Cagnotto ha un pizzico di nostalgia “Da molti anni sto a Bolzano, ma Torino è sempre la mia città; per questo seguo anche la Juventus. Vedo i granata molto ‘in vena’ e faccio loro il mio in bocca al lupo – e una chiosa applicabile a qualsiasi sport – se riescono a fare bene anche senza i talenti Immobile e Cerci, vuol dire che c’è un grande lavoro dietro. Complimenti ad allenatore e staff”.
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