Il senso di Luca per l’acqua

Copyright foto: Swimbiz.it

Una sorridente Federica Pellegrini campeggia sui manifesti, persino in stazione non manca un tocco acquatico. E al nuoto non può rinunciare Luca Germano, dopo due anni di pausa per alzare i voti e proseguire gli studi a Venezia “Non potevo mollare l’università. Altrimenti, dopo il nuoto che fai?” commenta il fiorentino a Swimbiz.it. Ha trascorso più della metà della sua vita nuotando “Non ho il fisico di Orsi o Dotto. Perciò prediligo 200 farfalla e, a stile, vado dai 400 alle gare più lunghe – da vero toscano – anche Rachele Bruni è di Firenze. Ma a Livorno, in particolare, si cura il fondo: Morini con Detti e Paltrinieri, Franceschi con Turrini… nel resto d’Italia è sempre meno frequente”. Lo allena Sergio Pasquali, mentore di Sebastiano Ranfagni, e ha un dono a ‘sorreggerlo’ “Galleggio più facilmente rispetto gli altri - e una filosofia – la tecnica batte il fisico. Missy Franklin e la stessa Federica Pellegrini sono robuste, eppure una ‘piccola’ come Katie Ledecky ha dominato il mondiale”. Luca è stato anche negli Stati Uniti, sotto l’italiano Gianluca Alberani(leggi qui). Ama spezzare la routine in allenamento: i 400 li nuota a farfalla. In palmares conta vittorie ai Categoria, finali Assolute, maglia azzurra a Coppa Latina ed Eurojunior… “Poi ho iniziato a patire lo stress in gara - senza stabilità economica – non ho potuto entrare in un gruppo militare: sono non udente dalla nascita”. Il suo sguardo va ora alla bocca, ora agli occhi. E’ così che legge le parole. Ha rifiutato l’apparecchio cocleare e non sa il linguaggio dei segni, perché non ne ha mai avuto bisogno “La sordità non è un problema, ho frequentato una scuola paritaria. Soprattutto, sono cresciuto tra familiari e amici udenti”. In questo, si sente fortunato “E’ come imparare un’altra lingua: più mi circondo di persone che parlano, più miglioro lessico e pronuncia”. La prima volta alle Olimpiadi per non udenti (Deaflympics), nel 2009, fu subito amore: medaglie a pioggia e bis concesso quattro anni dopo “Da medagliato, ricevo anche un sostegno economico dalla Federazione Sport Sordi. D’altra parte, in quel contesto ho visto quanto sia difficile per molti comunicare, persino muovere le labbra nel modo corretto - e, complici gli studi in direzione d’impresa dei beni culturali, ha un sogno – ho capito che non udenti e non vedenti non vanno ai musei anche per un senso d’isolamento. Vorrei creare un progetto per aiutarli a superare questa barriera”. Camminando verso la metro, Luca Germano ammette che “Per un po’ ho anche pensato a Rio 2016. Ma non avrei contributi e, per nuotare tempi così bassi, devi poterti allenare tutto il giorno”.
 
moscarella@swimbiz.it

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