Pensate a un Renzo Arbore versione acquatica, immaginate un "Nataçao Meravigliao". Perché l'onda Doha che ha investito il Brasile, prima nel medagliere con 7 ori e 10 medaglie ai mondiali in vasca corta, non accenna a calare d'intensità. E' nuoto mania, e Globoesporte la cavalca a briglie sciolte. A cominciare da Cesar Cielo, come sempre punto di riferimento dei verde-oro, che si unisce al coro dei perplessi dalla scelta (col beneplacito del network americano Nbc) di far disputare le finali olimpiche di nuoto a Rio 2016 dalle 22 a mezzanotte "E seguiranno due ore di defaticamento, massaggi ecc". Ma subito rientra nei ranghi istitutional, aggiungendo “Un atleta dev’essere pronto a tutto, ci adatteremo agli orari. Anche a Pechino 2008 ci fu la ‘novità’ delle finali al mattino, ma non mancarono grandi performances” come ricordava anche Mirco Di Tora a Swimbiz(leggi qui). Da uno sprinter all’altro, Bruno Giuseppe Fratus, origini italiane e un passaggio nella casertana Adn, scalpita. E dopo l’approdo in America, il matrimonio, qualche evoluzione sullo skateboard e in bicicletta, Fratus si sente piùfortepiùsanopiùmaturopiùveloce più tutto insomma, in vista del doppio obiettivo “Una medaglia olimpica nei 50 stile e l’oro nella 4X100”. Anche se poi l’uomo da battere resta Florent Manaudou, che salta da un talk show all’altro e confessa di soffrire atrocemente la pressione delle gare. Dopo le semifinali 50 stile a Doha, mandò un sms al suo tecnico, dicendosi mortificato per qualche errore, e Romain Barnier rispose “Sì, ma i tuoi avversari non lo sanno” per poi definirlo alla stampa “Lo Usain Bolt del nuoto” (Lucas lo chiamò lo Zidane della vasca) dopo l’oro con record mondiale. E senza scordare Marco Orsi, che al signor Cielo mise la mano davanti e ha festeggiato i suoi 24 anni con un’immancabile torta a tema. Tornando al Brasile, se le note liete di Olimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016 (anche se gli atleti non gradiscono) sono quelle dei cantautori Vinicius de Moraes e 'Tom' Carlos Jobim, che hanno dato i nomi alle due mascottes Vinicius e Tom; a stonare sono le celeberrime spiagge della città: uno stuolo d’impavidi fondisti ha gareggiato nelle acque di Copacabana per sensibilizzare al grave problema di liquami e rifiuti tossici in quello che, a Rio 2016, sarà il percorso gara olimpico(leggi qui). E Allan Do Carmo, fondista dell’anno per la Fina, ha un altro problema: quando gareggia il pubblico dice “Allan chi?” (e vuoi mettere con la Cunha che nuota col casco di Ayrton Senna sulla cuffia?), ma in compenso tutti riconoscono il padre, esuberante quanto Le Clos senior, quando fa il tifo alle gare del maratoneta acquatico.
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