Il giovane Michael “Io e la mia famiglia rivoluzioneremo lo sport”

Copyright foto: Jae Feinberg

Tra una gara e l’altra, ama scattare foto aeree. E quando leggi che è diventato nuotatore professionista a quattordici anni, te lo immagineresti come il suo drone: lavoro meccanico e risposte programmate. E invece Michael Andrew, che ora di anni ne ha quindici, mantiene la spensieratezza della sua età. Sognando “Vorrei uno zoo tutto mio, e diventare il più veloce nuotatore al mondo (ha una lista sterminata di record giovanili Usa n.d.r.)” e viaggiando per il globo insieme a tutta la famiglia “Papà è il mio coach, mamma la mia massaggiatrice e manager, mia sorella la mia compagna d’allenamenti e fan numero uno. Il nome Team Andrew Indie Swimming dice tutto: come famiglia siamo un team e Indie non sta per ‘Indiana’ come molti pensando, ma per ‘Indipendente’. Un nuoto scientifico, estraneo ai miti e alle opinioni del nuoto uniformato” e usa il termine garbage yardage training che nello slang natatorio indica ciò che in allenamento non arricchisce la tua nuotata. E come team e famiglia “Vogliamo condividere il nostro tipo d’allenamento e rivoluzionare lo sport”. Essere pro alla sua età significa sponsor, ma niente college “Mi avrebbe impedito di realizzare il sogno di nuotare a Rio 2016 – ha sei tempi limite per i Trials olimpici – ma ho scelto io di essere un professionista, valutando con la mia famiglia pro e contro”. Come il mondo che lo circonda, pro o contro “So che le foto dei miei viaggi mostrano a chi ci critica cosa mi regala questa vita, ma non le pubblico sui social per quello: amo davvero viaggiare per la Terra. Forse sarò giudicato solo per i miei risultati, ma non gira così tutto il mondo? L’importante è che io non valuti me stesso solo in base a quello: a Dio non interessano le mie prestazioni o quel che gli altri pensano di me”. O quel che gli altri pensano dell’arresto di Michael Phelps(leggi qui) “Dispiace, perché non ha trasmesso un messaggio positivo; ma mi ha sorpreso come i fans cambino in fretta opinione su di te: vicende come questa sono mute richieste d’aiuto, perché non si prova vera gioia nella propria vita. Spero e prego che Phelps trovi l’amore incondizionato”.
 
moscarella@swimbiz.it
 
Young Michael “I and my family want to revolutionize the sport”
 
Between a race and another, he likes take aerial photos. When you read that he became a professional swimmer 14 years old, you’d imagine him like his drone: mechanical work and programmed answers. On the contrary, Michael Andrew, now 15 years old, keeps his age’s breeziness. Dreaming “I’d like have a small exotic animal zoo of my own. And become the fastest swimmer in the world” and travelling for the globe with his family “dad is my coach, mom my masseuse and manager and my sister my training partner and biggest supporter. The name Team Andrew Indie Swimming explains it all: as a family we are a team and ‘Indie’ isn’t short for Indiana, but for Indipendent. Swimming based on scientifically verified laws and principles; an absence of popular and traditional coaching beliefs, myths & opinions from uniformed sources”  and he uses the term garbage yardage training that, in American swimming’s slang, means whatever in training doesn’t add anything to your swimming. As a team and a family “Our passion is to continue to share our way of training and revolutionize the sport”. To be a “pro” at his age means sponsor, but no college “I would not have been able to pursue my dream of swimming in Rio 2016 – he has 6 Olympic trial cuts currently – but I t was my decision, investigating with my family of what privileges I could lose or potential downsides”. It’s like the world all around him: divided in people pro or against his decision. When he posts photos of his travels, he shows everyone, even his "haters", he's not losing anything in his life “That’s right, but I don’t’ intentionally do it with the thought of sticking it to them. I really live an incredible life! I expect to be judged by my results, but the reality is that it is all about performance in the real world. I try not to judge myself by my performance as who I am is more than swimming. I am a child of God - God loves me no matter how I perform or what people's opinion is of me”. And no matter what people’s opinion of Michael Phelps’s arrest “A lot of people look up to him and it doesn’t send the right message, but what surprised me is how quick fans can turn on you. Most of the time it is a way of crying out for help, I also feel that with this happening it sends a hidden message that there may not be real joy in what he’s doing with his life. I hope he finds unconditional love”.

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