Thorpe, nascondevo la mia infelicità per non essere giudicato

Copyright foto: bbc

 “Preferivo non condividere i miei problemi con altre persone; non volevo che qualcuno sapesse che ero infelice”. Ian Thorpe lo dichiara in un’intervista all’emittente Channel Ten, durante la quale racconta i suoi problemi legati alla depressione. A Swimbiz, il commento dello psicologo sportivo Diego Polani, “Nascondersi fa parte della depressione stessa, si tende a non farlo vedere, in quanto ci si trova a vivere  situazioni spiacevoli”. Nella mente dei soggetti con questa patologia maturano, perciò, pensieri dettati anche dall’opinione pubblica, “Rifiutavo un confronto, poiché la mia vita è un sogno per gli Australiani” dice Thorpe. Il dottor Polani aggiunge “chi vive queste situazioni, si sente in difficoltà nei confronti di quel che potrebbero pensare le persone, in quanto si ha paura di non essere accettati. Anche se, in linea di massima, l’opinione pubblica esalta un campione anche con le sue debolezze”. Debolezza che può rivelarsi anche quando cui un nuotatore si allontana dalla vasca per motivi di salute, come accadde a Thorpe con l’infortunio alla spalla “in questi casi, o quando decidono di lasciare il mondo acquatico, gli atleti dovrebbero esser seguiti adeguatamente dal punto di vista psicologico. Potrebbero vivere la mancanza della vasca in maniera negativa, rischiando di non entrare nel mondo reale”. ‘Thorpedo’ temeva egualmente di dichiarare la sua omosessualità “Non sapevo se l’Australia volesse che il suo campione fosse gay. Ma ora mi sento a mio agio nel dirlo al mondo e spero sia d’incoraggiamento per altri”.
 
ugo@swimbiz.it

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