Due approcci, uno australiano e uno americano e un dibattito in corso sulle date dei Trials per i grandi eventi. Jacco Verhaeren, head coach di Australia Swimming, ritiene un grande errore, per il suo team, adottare uno stile americano per i Mondiali di Kazan 2015 e le Olimpiadi di Rio 2016. Come di consueto tra gli Aussie, per Verhaeren le gare di qualificazione si dovranno svolgere ad aprile, e non a pochi giorni dalla manifestazione come in America, che in primavera usufruisce già dei campionati collegiali “Penso che sia sbagliato confrontare un sistema dove ci sono 400.000 nuotatori coinvolti (negli Usa) con quello australiano, composto da 80.000 atleti. Certamente si può imparare dal loro approccio di allenamento, ma ritengo che sia un beneficio per i nuotatori qualificarsi prima”, dice il coach australiano. Anche in Italia si discute se adottare o no la formula dei trials. Gianluca Alberani, coach italiano che vive in Florida e conosce bene il nuoto americano, disse tempo fa a Swimbiz ”Vista la differente idea di preparazione, in Italia una qualificazione a un mese dalle grandi manifestazioni non sarebbe possibile”.
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